Esuberi alla K-Flex, trovato l’accordo: 42mila euro a testa ai 187 operai licenziati

Otto milioni di euro in totale, 42mila euro per ciascuno dei 187 operai licenziati. Si chiude con queste cifre la vertenza tra la K-Flex di Roncello (Monza e Brianza) e i dipendenti in esubero e in stato di agitazione dallo scorso gennaio. La sede italiana della multinazionale specializzata nella produzione di isolanti termici chiuderà, lasciando in Italia solo i reparti logistici e commerciali. La produzione sarà spostata in Polonia, dove la famiglia Spinelli, proprietaria dell'azienda, aveva deciso di delocalizzare nonostante lo scorso dicembre avesse comunicato di voler fare altrimenti.
Il patto, che prevedeva anche di non toccare il personale fino al 2018, è stato subito disatteso, provocando la dura reazione dei 187 operai licenziati. Sul tavolo la proprietà aveva messo in tutto tre milioni di euro. Grazie alla mediazione proposta da un giudice del tribunale del lavoro di Monza l'offerta è stata aumentata. Sabato scorso gli operai in assemblea hanno accettato l'offerta: 135 favorevoli e 25 i contrari, tra quelli che hanno votato.
Nonostante l'accordo c'è tanta amarezza
Nonostante l'accordo, però, sono in tanti tra gli operai ad avere l'amaro in bocca. La situazione è bene esemplificata da un messaggio apparso sulla pagina Facebook "Esuberi K-Flex", una sorta di diario dei 111 giorni di lotta degli operai: "Siamo delusi dallo Stato Italiano. Non ci aspettavamo che facesse miracoli… tante promesse, parole, parole dei vari politici venuti di tutti i colori, ma alla fine è stata solo una vetrina, non sono riusciti a fare una mozione per fermare questa vergogna italiana. La famiglia Spinelli ha vinto contro lo Stato che non è riuscito a tenerla qui sul suolo italiano nonostante i soldi presi e non del tutto restituiti. Questa vittoria è una sconfitta per tutte le aziende oneste che fanno o non fanno utili, per tutte le persone oneste che pagano le tasse questa è una vera e propria sconfitta per lo Stato", scrivono gli operai, che poi concludono: "E comunque abbiamo perso tutti noi. Noi avremo sì la buonuscita ma abbiamo perso comunque, abbiamo perso il nostro posto, il nostro lavoro di venti/trent'anni. Queste ‘persone' se ne escono con una cifra irrisoria e fanno il c…. che vogliono solo perché il dio denaro conta più di una vita umana. È una vergogna italiana".