Estrema destra in piazza per commemorare Sergio Ramelli a Milano: saluti romani al corteo
Prima la cerimonia istituzionale, ormai bipartisan. Poi il corteo con migliaia di esponenti di estrema destra scesi in piazza e il saluto romano al momento del rito del "presente". Anche quest'anno, come ogni 29 aprile, si è tenuta a Milano una cerimonia per commemorare la morte di Sergio Ramelli, ragazzo di 19 anni ucciso nel 1975 nel capoluogo lombardo da militanti legati ad Avanguardia operaia. Ramelli, giovane militante del Fronte della gioventù (i giovani del Movimento sociale italiano) il 13 marzo del 1975 fu vittima di un agguato vicino casa sua, in via Paladini. Colpito brutalmente, morì dopo oltre un mese di agonia. Nel primo pomeriggio il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo, il neo assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato e l'ex vicesindaco di Magenta, Paolo Razzano (del Partito democratico), hanno deposto una corona di fiori nel giardino intitolato a Ramelli, in via Pinturicchio. Successivamente i tre hanno hanno ripetuto il gesto davanti alla targa in memoria di Enrico Pedenovi, altro militante di destra ucciso il 29 aprile del 1976 (a un anno dalla morte di Ramelli) da un commando di Prima Linea: "Per la prima volta, insieme alla vicesindaca Anna Scavuzzo, ho partecipato alla commemorazione di Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, uccisi oltre 40 anni fa per le loro idee politiche – ha scritto Paolo Razzano – Nelle differenze, che rimangono anche oggi, prima di tutto viene il rispetto delle persone e il no a ogni forma di violenza".
Saluto romano al corteo dei movimenti di estrema destra milanesi
Dopo le cerimonie istituzionali, a partire dalle 18 è stata la volta del corteo delle diverse anime dell'estrema destra milanese: CasaPound, Forza Nuova, Lealtà e azione e anche esponenti di Do.Ra. (la comunità dei dodici raggi, al centro in passato di numerose inchieste della magistratura) hanno sfilato silenziosamente da via Paladini fino alla chiesa di San Nereo e Achilleo, in viale Argonne. Qui si è tenuta la messa che ha preceduto il corteo fino alla casa di Ramelli. A vigilare sulla manifestazione sono state le forze dell'ordine: su disposizione della questura, anche visto quanto era avvenuto lo scorso anno (con migliaia di persone che si erano ritrovate al campo X del Cimitero Maggiore, con tanto di saluti romani), due ingressi laterali del Musocco erano stati chiusi precauzionalmente. La presenza delle forze dell'ordine non ha comunque impedito a molti partecipanti di salutare, col saluto romano, Sergio Ramelli al momento del cosiddetto rito del presente: una cerimonia che si ripete (incluso il saluto romano) ogni 29 aprile.