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Estorsioni con metodi mafiosi a Milano, schiaffi e pugni a imprenditori: 3 arresti (VIDEO)

Nuovo arresto a Milano nell’ambito delle indagini che lo scorso novembre avevano portato alla scoperta di una vera e propria “banca della camorra” nel centro della città. Adesso per tre delle persone indagate, due già in carcere, si aggiungono le accuse di usura ed estorsione con metodi mafiosi: un video documenta le minacce agli imprenditori che non riuscivano a pagare.
A cura di Francesco Loiacono
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Minacce, schiaffi e pugni agli imprenditori che rifiutavano di pagare gli interessi esorbitanti, fino al 75 per cento all'anno, ai loro strozzini. Accadeva a Milano, anche nel pieno centro della città. A mettere fine alle attività criminose di un gruppo di sei persone sono stati gli uomini della squadra mobile milanese, guidati da Alessandro Giuliano. Cinque persone erano state fermate già lo scorso novembre: oggi è finita in manette una sesta, A.M.. Ad altri due, V.G. e A.F., già arrestati nel 2015, è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare per estorsione e usura emessa dal giudice per le indagini preliminari di Milano.

In un video documentate le minacce

L'ultimo degli arrestati è accusato di estorsione‬ aggravata, porto abusivo di armi e impiego di denaro provento di reati. Un video girato dagli investigatori grazie a una telecamera nascosta ha permesso di documentare le minacce, anche violente, esercitate dall'uomo nei confronti di uno degli imprenditori che si era rivolto a lui per ottenere del denaro, in quanto in difficoltà economiche. Sarebbe proprio A.M. la figura incaricata alla riscossione degli importi dovuti, anche tramite minacce. Il denaro prestato era probabilmente frutto di attività criminose legate anche al mondo del crimine organizzato. Lo scorso novembre gli inquirenti ritenevano infatti di aver scoperto una vera e propria banca della camorra, anche perché V.G. e A.F., due degli arrestati, sono noti pregiudicati di origine napoletana, ormai da diverso tempo a Milano e già condannati per aver fatto parte della cosiddetta "nuova famiglia", associazione camorristica in contatto con Cosa nostra e la ‘ndrangheta.

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