Estorsione e usura a Busto Arsizio: 13 arresti, usavano molotov per intimidire i commercianti

Li chiamavano "Zio Gianni" e "il moro". Erano loro, rispettivamente di 62 e 41 anni, i capi di una banda dedita principalmente all'estorsione a all'usura che ha terrorizzato a lungo i commercianti di Busto Arsizio, nel Varesotto. Un'operazione della polizia di Stato di Varese ha posto fine alle attività dell'organizzazione criminale, che è accusata anche di furti, ricettazione, falso e spaccio di cocaina.
L'inchiesta partita dalla denuncia di un commerciante minacciato dagli usurai
Tredici in totale le persone arrestate, tutte di cittadinanza italiana e pregiudicate: per otto di loro si sono aperte le porte del carcere, mentre cinque sono finite ai domiciliari. Le indagini sono partite dalla denuncia di un commerciante della zona, rimasto in debito con uno degli arrestati per un prestito precedentemente ricevuto e solo parzialmente restituito. Il debito originario, difatti, era raddoppiato a causa dei tassi usurari applicati: il 50 per cento all'anno. Non riuscendo a far fronte alle spese, per il commerciante erano iniziate le minacce, le botte, le pressanti richieste di consegnare l'incasso dell'attività commerciale o addirittura la stessa attività. Per intimidire il commerciante, i malviventi avevano appiccato due incendi al negozio della vittima e un terzo all'auto della sua compagna, utilizzando delle bottiglie molotov. In un'occasione il commerciante, che aveva dovuto cambiare domicilio, si era visto spegnere una sigaretta sulla gamba dai suoi aguzzini.
Nelle intercettazioni emerge la lucidità degli arrestati nell'appiccare incendi che potessero essere difficilmente spenti: "Servono 70 litri di gasolio e 30 di benzina", dice uno degli arrestati. E a chi gli chiede il perché spiega: "Il gasolio brucia più lentamente, la benzina dà subito la botta. Tu prima butti il gasolio, poi ci butti sopra un po' di benzina in modo tale che si accenda, si riscalda il gasolio e quando parte il gasolio tu nemmeno con l'acqua lo spegni".
La banda aveva estorto del denaro anche a un altro imprenditore
Le indagini degli agenti del commissariato di Busto Arsizio e della squadra mobile di Varese hanno poi consentito di accertare un'ulteriore estorsione messa in atto dagli arrestati ai danni di un imprenditore edile della zona. L'inchiesta sulla banda ha permesso anche di accertare le altre attività illecite nelle quali i malviventi erano coinvolti: furti in aziende e magazzini e successiva vendita della refurtiva, produzione di bottiglie incendiarie e utilizzo delle stesse per attentati ai danni di commercianti e imprenditori. Sulla base delle prove raccolte nell'inchiesta il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio ha emesso, su richiesta della procura della Repubblica, le misure cautelari nei confronti degli indagati, eseguite dalla polizia.