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Estorsione a sfondo sessuale, arrestati 9 giovani: adescavano vittime in chat fingendosi minorenni

Un gruppo di giovani è finito in manette con l’accusa di estorsione per aver compiuto diversi raggiri nei confronti di persone conosciute in chat erotiche create ad hoc. Il modus operandi era sempre lo stesso: adescavano le vittime fingendosi minorenni per poi costringere chi cadeva nella trappola a pagare importanti somme di denaro per evitare che le famiglie fossero messe a conoscenza delle loro scappatelle. Nove i ragazzi arrestati dai carabinieri di Zogno dopo l’ordinanza emessa dal tribunale di Monza.
A cura di Luca Giovannoni
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(Immagine di repertorio)
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Nove giovani sono stati arrestati con l'accusa di estorsione a sfondo sessuale. L'ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Tribunale di Monza ed eseguita questa mattina, venerdì 24 gennaio dai carabinieri di Zogno. Il gruppetto ora in manette avrebbe adescato diverse vittime utilizzando un metodo tanto subdolo quanto efficace. Secondo quanto confermato dalla centrale operativa a Fanpage.it, i malviventi avrebbero irretito varie persone conosciute su chat erotiche fingendosi ragazzini ancora minorenni, per poi chiedere loro soldi in cambio del silenzio, minacciando di avvisare le loro famiglie se non avessero pagato. A incastrare la banda sarebbero stati in particolare tre episodi, avvenuti nei comuni di Vimercate, Lesmo e Busnago, in un periodo compreso tra marzo e maggio 2019.

L'intervento dei carabinieri

Ad eseguire l'arresto dei 9 giovani sono stati i carabinieri di Zogno, in provincia di Bergamo, che hanno messo in carcere tutti i componenti del gruppo. Da quello che è emerso dalle indagini dei militari sembrerebbe che i giovani adescassero le loro vittime tramite apposite chat erotiche create per portare a termine le estorsioni. Questo piccolo sodalizio criminale sarebbe riuscito a guadagnare parecchi soldi grazie alle loro azioni illecite. Si parla di circa 16mila euro reperiti tramite il metodo delle estorsioni sessuali e di un'altra somma di denaro frutto di un raggiro nei confronti di una donna, che aveva deciso di affidarsi alla banda per ottenere in modo illegale la patente di guida per il figlio. Il gruppo, dopo aver disatteso le speranze della donna, avrebbe a quel punto ostentato diverse amicizie negli ambienti della criminalità organizzata napoletana, intimidendola e successivamente convincendola a sborsare in loro favore una somma pari a 80mila euro.

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