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Emergenza rifiuti, a Milano un impianto su due ad alto rischio: i dati sulla nuova Terra dei fuochi

Un impianto di stoccaggio dei rifiuti su due nel milanese è considerato ad alto rischio, uno su dieci presenta irregolarità, mentre sono almeno 3.800 i capannoni abbandonati che rischiano di essere usati dalla criminalità come discariche abusive. Sono i dati allarmanti emersi dai controlli straordinari effettuati con il piano di prevenzione dei roghi del “cruscotto emergenza rifiuti” coordinato dalla Città Metropolitana di Milano.
A cura di Simone Gorla
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Quasi la metà degli impianti di stoccaggio dei rifiuti autorizzati in provincia di Milano è ad alto rischio. A fotografare un quadro preoccupante sono i dati presentati dalla Città Metropolitana sui controlli straordinari effettuati con il piano di prevenzione dei roghi in quella che ormai viene definita la nuova "Terra dei fuochi". Tra Milano e provincia ci sono infatti 703 siti autorizzati per il trattamento rifiuti. Tra questi 341 sono stati individuati come ad alto rischio dopo le verifiche eseguite da tecnici Arpa, vigili del fuoco e polizie locali.

Emergenza rifiuti, il dieci per cento degli impianti presenta irregolarità

L'allarme sulle dimensioni del fenomeno era già arrivato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie. Il bilancio dei controlli nell'hinterland di Milano è impietoso: circa il dieci per cento degli impianti presenta irregolarità, un dato che sale al 25 per cento circa nei siti ad alto rischio. Sono i primi risultati del "cruscotto emergenza rifiuti" attivato con il Piano di prevenzione incendi, scattato in risposta ai roghi avvenuti a Milano e nell'hinterland, coordinato dalla Città Metropolitana di Milano, per il contrasto ai roghi nei siti di stoccaggio dei rifiuti. I numeri, gli interventi e le criticità sono stati presentati in Prefettura al termine del Comitato provinciale per l'Ordine e la sicurezza pubblica sui roghi tossici.

Allarme per 3.800 capannoni abbandonati: possono diventare discariche illegali

Tra le criticità c'è il tema dei capannoni abbandonati e del loro sempre più frequente utilizzo come luoghi di stoccaggio illecito di rifiuti, da eliminare poi con l'incendio doloso, il cosiddetto "rogo liberatore". La mappatura realizzata incrociando i dati sui consumi elettrici con le informazioni in possesso di guardia di finanza e agenzia delle entrate ha permesso di individuare 3.800 "abbandonati". Per confermare questa situazione serviranno ulteriori accertamenti, un monitoraggio che gli enti contano di concludere entro fine anno; mentre per i controlli complessivi sui siti l’obiettivo è completare i sopralluoghi entro maggio 2020. "Questo percorso cui abbiamo dato vita insieme nasce dall'esigenza di porre sotto controllo un mercato dal grande valore economico e viziato dagli interessi della criminalità organizzata", ha commentato il prefetto Renato Saccone.

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