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Elezioni Milano, il Movimento 5 stelle penalizzato dalla lontananza dai salotti

A Milano il Movimento 5 stelle ha racimolato poco più di 50mila voti, pari a oltre il 10 per cento. Se il ballottaggio, obiettivo della vigilia delle amministrative, non è stato centrato, in termini numerici il Movimento compie un balzo in avanti rispetto a 5 anni fa. Ma un dato emerge con forza: il M5s è molto debole nel centro del capoluogo lombardo, sede dei palazzi del potere economico-finanziario con cui è necessario fare i conti per governare.
A cura di Francesco Loiacono
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L'obiettivo dichiarato (e forse un po' irrealistico) era quello di raggiungere il ballottaggio. Il Movimento 5 stelle, però, a Milano non ci è andato nemmeno vicino: col 10 per cento delle preferenze il candidato sindaco Gianluca Corrado, avvocato 39enne di origini siciliane, non ha insidiato neppure lontanamente i due manager Beppe Sala e Stefano Parisi.

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Eppure, l'analisi del voto di ieri non lascia solo rimpianti per una campagna elettorale che poteva forse essere condotta con più incisività e scegliendo fin dall'inizio il candidato giusto (senza il cambio "in corsa" tra Patrizia Bedori e Corrado che ha fatto inevitabilmente perdere tempo al Movimento). Ci sono dati positivi che il Movimento e lo stesso Corrado non si sono lasciati sfuggire: l'aumento di voti rispetto al 2011, innanzitutto. Dai 21.251 che votarono per Mattia Calise (unico a entrare in Consiglio comunale) nel 2011 si è passati agli oltre 54mila che hanno scelto Corrado in questa tornata delle amministrative. In termini di percentuali, si tratta di un balzo in avanti notevole: dal 3,4 per cento di 5 anni fa al 10,4 per cento (come lista) di adesso. Un dato perfino leggermente migliore (in termini percentuali), del consenso raggranellato dalla candidata alla Regione Silvana Carcano a Milano nel 2013: la votarono circa 71mila milanesi, ma va considerato il calo dell'affluenza (alle regionali votò il 73,6 per cento degli elettori).

Corrado: "Milano è un territorio estremamente difficile"

Corrado ha affermato: "Non c'è insoddisfazione, tutt'altro. C'è un dato, che è quello di un radicamento a Milano che è un territorio che è estremamente difficile". Che Milano, città dove ha sede la Casaleggio associati, sia un terreno ostile per il Movimento non è una novità. E un dato, più degli altri, forse sottolinea quale sia il problema del Movimento in quella che da sempre viene definita la capitale economica del Paese: il fatto che nel centro cittadino, il Municipio 1, il M5s abbia raccolto pochissimi consensi, il 4,9 per cento. La distanza dei Cinque stelle dai "salotti", dai centri nevralgici dove si discute di affari e di finanza, è probabilmente una caratteristica costitutiva di un movimento ostile ai "palazzi", intesi in senso lato come centri di comando. Eppure, riuscire a radicarsi anche al loro interno è fondamentale per governare una città complessa come Milano: lo testimonia il fatto che proprio in centro Beppe Sala abbia sfondato, raccogliendo il 46 per cento dei consensi.

Naturalmente, si tratta solo di una delle possibili, forse semplicistiche, chiavi di lettura di una performance che, per quanto buona, non è assolutamente comparabile agli exploit del Movimento a Roma e a Torino. Probabilmente il "radicamento" di cui parla Corrado ha ancora bisogno di tempo per completarsi: "Nei prossimi anni avremo modo di fare un certo tipo di lavoro", ha affermato l'ormai ex candidato sindaco. Di certo il Movimento a Milano può ripartire da una certezza: a Palazzo Marino la squadra dei Cinque stelle sarà sicuramente più nutrita rispetto a 5 anni fa.

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