Ecco le regole per aprire una moschea a Milano
La Giunta comunale di Milano ha approvato venerdì i criteri di concessione tramite bando delle aree dismesse di via Marignano, via Sant’Elia e via Esterle, dove sorgeranno i nuovi luoghi di culto. Dopo l’annuncio del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, che aveva anticipato le aree individuate, arriva l’ufficialità anche su chi, e come, potrà ottenere gli spazi. A contenderseli, così come più volte anticipato, saranno le confessioni religiose iscritte all’Albo delle religioni istituito dal Comune nell’agosto del 2013: al momento 31, tra le quali cristiani evangelici, cristiani ortodossi, buddisti, induisti e musulmani, mentre la posizione di altre 31 associazione è in fase di valutazione. Confermate anche le indiscrezioni secondo le quali sarà a carico delle confessioni religiose la riqualificazione e la gestione degli immobili, per i quali si dovrà pagare un canone annuo di affitto. Ciascuna concessione avrà durata trentennale e sarà rinnovabile. Resta confermato anche il limite che assegna a ciascuna confessione non più di due immobili.
Al bando potranno partecipare soggetti senza scopo di lucro e con finalità religiose, i cui rappresentanti non abbiano in essere condanne o procedimenti penali in corso. Al fine di tutelare alcuni principi come il rispetto della persona umana e della laicità dello Stato, le associazioni dovranno sottoscrivere con l’amministrazione un patto fondato sul rispetto della Costituzione italiana. Maggiore punteggio, in sede di valutazione dei progetti sarà dato inoltre a quelle associazioni che favoriranno la comprensione delle attività religiose mediante traduzioni in lingua italiana. Punti, gli ultimi due, che sembrano essere stati inseriti anche per rispondere alle critiche e alle pressioni da parte dell'opposizione.
“Con l’approvazione di oggi – ha affermato l’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – proseguiamo l’iter verso l’assegnazione di immobili per la realizzazione di nuovi luoghi di culto. Ci avviciniamo così a dare una risposta concreta alle richieste provenienti da numerose confessioni religiose presenti a Milano da tempo in attesa di poter avere di luoghi di preghiera per i propri fedeli. Agli esponenti dell’opposizione che negli ultimi giorni hanno pesantemente criticato questo provvedimento e in particolare la scelta delle aree, ricordo che fu proprio il consigliere De Corato nel 2008 ad affermare, non smentito dalla Lega, che il Palasharp andava bene per ‘gli islamici’, addirittura ipotizzando trattative private con viale Jenner, senza adottare un bando ed escludendo di fatto le altre confessioni religiose. Noi invece non solo abbiamo scelto le aree e le metteremo a bando per tutti, ma chi realizzerà i luoghi di culto lo farà al prezzo di onerose opere di riqualificazione su immobili abbandonati e degradati da anni”.
Le regole per l'assegnazione delle aree per luoghi di culto a Milano
Tra i criteri premianti per l'assegnazione delle aree, oltre alla rappresentatività e al radicamento sul territorio, anche la chiusura di altre strutture religiose presenti. Declinato per i fedeli di religione musulmana, significherebbe la chiusura delle tante associazioni religiose utilizzate come moschee dagli islamici. I partecipanti al bando dovranno inoltre dimostrare una adeguata capacità economico-finanziaria per essere in grado di sostenere tutti gli interventi di riqualificazione degli immobili. Una spesa che si preannuncia non indifferente: in via Esterle sarà richiesta la totale riqualificazione e messa a norma dell’edificio abbandonato da 15 anni, mentre in via Sant’Elia i concessionari dovranno abbattere e smaltire a proprie spese l'exPalasharp. Chi si aggiudicherà l'area in via Marignano l’area, dovrà provvedere invece al suo completo recupero.