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Doveva partorire due gemelli: donna di 36 anni muore a Milano

Claudia Bordoni, una 36enne in attesa di due gemelli, è morta giovedì alla clinica Mangiagalli di Milano per un’emorragia dopo un’avvisaglia di parto prematuro. La donna era alla ventiquattresima settimana di gravidanza. Sull’episodio avviate due indagini dal Policlinico e dalla magistratura, che ha disposto l’autopsia.
A cura di Francesco Loiacono
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Tragedia a Milano, dove Claudia Bordoni, una donna di 36 anni (e non 45 come indicato in un primo momento) incinta di due gemelli, è morta alla clinica Mangiagalli in seguito a una forte emorragia. I dettagli della vicenda saranno adesso passati al vaglio della magistratura, che ha aperto un'inchiesta dopo l'esposto dei famigliari della donna. La 36enne, originaria della Valtellina (in provincia di Sondrio) ma residente a Milano, si trovava all'ospedale San Raffaele dopo aver avuto avvisaglie di un parto spontaneo, nonostante fosse alla ventiquattresima settimana di gravidanza. Visto l'aggravarsi delle sue condizioni la donna è stata poi trasferita alla clinica Mangiagalli, afferente al Policlinico di Milano, dotata di strutture specializzate e con un reparto di terapia intensiva neonatale.

La causa della morte sarebbe una forte emorragia, in seguito alla quale i medici hanno cercato di praticare un taglio cesareo di urgenza che però non è riuscito: assieme alla mamma sono morti anche i due feti, che pesavano appena 300 grammi ciascuno. Per metterli al mondo Claudia si era sottoposta alla procreazione medicalmente assistita proprio al San Raffaele. Dalla clinica Mangiagalli, una delle più importanti a Milano per i parti, parlano di tragica fatalità: il Policlinico ha comunque già disposto un'inchiesta interna e si è messo a disposizione della procura, che ha sequestrato in entrambe le strutture ospedaliere le cartelle mediche della 36enne e ne ha disposto l'autopsia.

La nota del Policlinico: "Vicini alla famiglia e ai nostri medici"

Una nota della direzione generale del Policlinico di Milano recita: "Siamo tutti vicini alla famiglia in questo momento di gravissima perdita, così come siamo accanto alla nostra squadra di esperti per dare loro tutto il nostro appoggio. Abbiamo piena fiducia nell’operato dei nostri medici e delle nostre ostetriche, che hanno reso il nostro Ospedale uno dei migliori e più sicuri punti nascita d’Italia. Non a caso la donna ci era stata affidata da un’altra struttura, proprio perché siamo punto di riferimento per gravidanze in cui sono possibili complicazioni". La direzione generale del Policlinico conclude così: "Ora bisogna attendere l’esito delle indagini, per fare luce e capire se questa tragedia rientra in quei casi, per fortuna pochissimi, in cui la medicina non è purtroppo in grado di evitare l’inevitabile".

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