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Donna incinta all’ottavo mese muore dopo essere stata dimessa dall’ospedale

Lo scorso 17 ottobre, a Milano, una donna all’ottavo mese di gravidanza è morta insieme al bambino che aveva in grembo dopo essere stata da poco dimessa da una clinica, alla quale si era rivolta per dei dolori. Sulla vicenda adesso è aperta un’inchiesta: i familiari vogliono capire se qualcuno all’interno dell’ospedale abbia commesso errori.
A cura di Francesco Loiacono
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(Archivio)
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Una donna di 40 anni, all'ottavo mese di gravidanza, è morta lo scorso 17 ottobre a Milano insieme al bambino che aveva in grembo. Sull'episodio adesso indaga la procura: soltanto nove ore prima che la donna morisse per le conseguenze di un'emorragia causata dalle contrazioni, la 40enne era stata infatti visitata e dimessa dai medici della clinica San Pio X, senza che nessuno si fosse accorto delle avvisaglie della tragedia.

La morte dopo solo nove ore dalle dimissioni

La vicenda è riportata dal Corriere della sera, che spiega come a rivolgersi alla procura siano stati i familiari della donna, decisi a capire se, all'interno dell'ospedale al quale la 40enne si era già rivolta per un suo precedente parto, qualcuno abbia commesso un errore. La vittima era entrata alla San Pio X, nei pressi di viale Zara, alle sette di sera, accusando dolori addominali. I medici dell'ospedale l'avevano visitata, effettuando, secondo quanto riferiscono i vertici della clinica, tutti gli esami possibili in maniera scrupolosa. Eppure, solo nove ore dopo le dimissioni, intorno alle 5 del mattino del 17 ottobre, la donna aveva accusato i dolori tipici del parto: le contrazioni le hanno provocato la rottura dell'utero, e una conseguente grave emorragia. Il marito aveve chiamato l'ambulanza, che aveva trasportato la donna all'ospedale Niguarda già in arresto cardiocircolatorio: pochi minuti dopo, nonostante gli interventi disperati dei medici, era sopraggiunto il decesso di mamma e figlio.

L'ospedale: "Fatto il possibile"

La vicenda è delicata: secondo il personale della San Pio X, al momento della visita non si poteva predire cosa sarebbe accaduto da lì a poche ore dopo. Nove ore sono difatti un lasso di tempo durante il quale possono sopraggiungere complicanze imprevedibili. Anche per questo, da parte dell'ospedale c'è la massima trasparenza: tutta la documentazione e la cartelal clinica del ricovero sono stete subito messe a disposizione dei magistrati. Adesso spetterà a loro cercare di fare luce su una vicenda che, in ogni caso, rappresenta una tragedia.

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