Donatori di sangue positivi al Covid-19, screening a tappeto per i cittadini di Castiglione d’Adda
Una valutazione a tappeto di tutti i cittadini di Castiglione d'Adda, uno dei comuni della prima zona rossa del Lodigiano, per capire quanti abitanti abbiano contratto finora il coronavirus e siano guariti. Questo perché potrebbero esserci dei focolai ancora attivi e in questo caso sarebbe necessario intervenire immediatamente per mettere in quarantena i contagiati. A svelarlo è il professore Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano che, intervenuto al Tg4 ha spiegato di aver messo a punto un protocollo con il sindaco di Castiglione d'Adda che presenterà al presidente alla Regione per approvazione. Lo screening dopo che il 70% delle persone che ha donato sangue all'Avis è risultato avere sviluppato gli anticorpi contro il coronavirus, pur non avendo mai avuto i sintomi della malattia.
Faremo test rapidi per capire chi ha contratto il virus
"È un caso di studio di grande interesse e questa anticipazione che deriva dalla valutazione dei soli donatori, che sono comunque 60 persone su oltre 4 mila cittadini, è un'indicazione già molto importante che mi conferma che questo tipo di lavoro è importante. Mi sono sentito già da qualche settimana con il sindaco di Castiglione e stiamo formando una task force di persone di buona volontà che siano disponibili, ma ovviamente occorrono le risorse umane e materiali, ma soprattutto manca una cosa, che forse siamo riusciti ad avere ora, che è un test sierologico che possa controllare la validità dei test cosiddetti rapidi per poter dire delle cose in accettabile sicurezza".
Il caso dei donatori di sangue di Castiglione d'Adda
I volontari di Avis (Associazione volontari italiani del sangue) si aspettavano di trovare alcune positività anche tra i cittadini di Castiglione D’Adda che non avevano mai avuto contatti con malati né manifestato i sintomi. Ma quando hanno effettuato i test hanno scoperto che 40 persone su 60 sottoposte al prelievo erano positive. Un dato del genere è coerente con le denunce che nelle scorse settimane sono arrivate da medici e amministratori del Lodigiano.