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Don Luca: “A Milano è troppo presto per le messe di domenica, anche in chiesa si rischia”

Da lunedì 18 maggio le chiese d’Italia torneranno ad ospitare i fedeli durante le celebrazioni. L’accordo, stipulato tra la Cei e il Governo, lascia però perplesso don Luca Ingrascì, vice parroco della Parrocchia San Benedetto di Milano: “Credo che ciascun pastore possa fare la sua scelta, ma se io fossi stato parroco non avrei ripreso subito con le messe domenicali, avrei aspettato ancora un po’”, dice a Fanpage.it.
A cura di Filippo M. Capra
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"Credo che ciascun pastore possa fare la sua scelta, ma se io fossi stato parroco non avrei ripreso subito con le messe domenicali, avrei aspettato ancora un po'". Non ha dubbi don Luca Ingrascì, vice parroco della Parrocchia San Benedetto di Milano. Il sacerdote, 34 anni, parla a Fanpage.it a pochi giorni dalla ripresa delle messe aperte al pubblico dopo l'accordo raggiunto tra la Cei e il Governo di Giuseppe Conte.

Don Luca: Poco prudente riprendere le messe nelle regioni a rischio

Don Luca ha mostrato qualche perplessità circa la decisione di accogliere nuovamente i fedeli all'interno delle chiese per le messe domenicali nelle regioni a maggiore rischio come la Lombardia: "Penso che sia stato utile firmare questo accordo – racconta -, sia per tranquillizzare i vari fedeli che scalpitavano, sia perché è importante anche per noi riprendere la quotidianità della vita parrocchiale. La mia perplessità – aggiunge don Luca – riguarda il riprendere le messe domenicali anche nelle zone ancora considerate rosse. È un po' non dico poco prudente, perché metteremo in campo diverse precauzioni, ma mi lascia perplesso". L'accordo tra la Cei e il Governo non impone un obbligo di riapertura delle chiese per le celebrazioni con i fedeli, "quindi a seconda delle varie situazioni locali, sono i parroci a scegliere" se procedere o meno.

Il vice parroco: C'è il rischio di diffondere il contagio, valuteremo

A far ben sperare il sacerdote è il giorno feriale di ripresa delle funzioni, un lunedì, "per cui noi avremo i 5 giorni della messa feriale in cui avremo 15-20 persone che sono più gestibili". Il vero problema, a detta di don Luca, "è la messa domenicale", motivo per cui alla Parrocchia San Benedetto, per dar seguito tangibile delle direttive statali e regionali, "abbiamo pensato a delle modalità per cercare di celebrare in sicurezza". Così, è stato aumentato il numero delle messe "per favorire la partecipazione di chi vuole venire". La situazione, insomma, è in via di sviluppo e si correggerà il tiro passo passo, sperando che la ripresa delle messe non siano motivo di diffusione del contagio. "Il rischio c'è, così come c'è al supermercato o a fare la spesa – spiega il vice parroco -. La prima domenica è il 24 maggio: lì potremo fare una valutazione e vedere se stringere o tenere aperto il rubinetto", conclude don Luca.

Ha collaborato Davide Arcuri

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