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Divisori in plexiglass nelle aule di un liceo di Bergamo, il preside: “Pronti per settembre”

In un liceo artistico di Bergamo sono stati già collocati divisori in plexiglass all’interno della aule. Lo ha annunciato il preside della scuola su Facebook condividendo le immagini delle nuove classi: “Siamo pronti per gli esami e per il rientro a settembre”, il commento del direttore Cesare Botti.
A cura di Chiara Ammendola
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Divisori in plexiglass sui banchi di scuola. Accade in un liceo di Bergamo dove all'interno delle aule sono stati già collocati in vista degli esami di Stato e soprattutto delle riaperture delle scuole a settembre i nuovi divisori. A darne annuncio è il preside del liceo artistico Giacomo e Pio Manzù: "Pronti per ampliare le misure di sicurezza per gli Esami di Stato – scrive su Facebook il preside Cesare Botti – già che c'eravamo abbiamo provato a realizzare quanto paventato dal Ministro sull'eventuale rientro a settembre". E poi una nota sui divisori di cui ha spiegato natura e costruzione: "Le strutture sono in cartone e polipropilene – scrive il direttore della scuola – leggere, sicure, semplici da manutenere ed economiche".

La proposta del ministro Azzolina fa discutere

Anche le scuole di Bergamo, città tra le più colpite dalla pandemia, riapriranno ai proprio studenti a settembre, in concomitanza dell'inizio del nuovo anno scolastico. E lo faranno con tanti cambiamenti, tra i quali anche la possibilità di divisori tra i banchi, come anticipato oggi dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nell’incontro di Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Tra le novità, non solo l’obbligo di utilizzare le mascherine, ma anche la possibilità di dover indossare le visiere, come sistema per andare incontro anche alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie. Proposta che, ancor prima di essere confermata, è stata rigettata con forza dal segretario della Lega, Matteo Salvini: "Chiudere i bimbi nel plexiglass in classe è una cazzata che solo un ministro incompetente poteva pensare – ha spiegato – non serve il plexiglass, basta fare quello che fanno altri paesi europei, con meno ragazzi nelle classi e spazi più ampi".

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