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Ditta Guenzati: dopo 248 anni di storia il negozio più antico di Milano rischia la chiusura

Con i suoi 248 anni di storia il negozio di abbigliamento “Ditta Guenzati” è il più antico di Milano. Eppure adesso rischia la chiusura: il proprietario del palazzo in cui si trova, le assicurazioni Generali, non ha rinnovato il contratto d’affitto. In migliaia si sono mobilitati contro la chiusura della bottega, ma ora serve l’intervento di Palazzo Marino.
A cura di F.L.
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Duecentoquarantotto anni di storia che potrebbero finire da un momento all'altro. È il caso della "Ditta Guenzati", il più antico negozio di Milano che rischia la chiusura. Le assicurazioni Generali, proprietario del palazzo in piazza Cordusio in cui si trova il negozio di abbigliamento (con ingresso in via dei Mercanti 21), non hanno infatti rinnovato il contratto d'affitto all'attuale proprietario, Luigi Ragno. Il motivo: vogliono svuotare lo stabile per destinarlo a un altro uso, forse un centro commerciale di lusso.

E così, dopo un anno di proroga, adesso il destino dello storico negozio di abbigliamento, che ha venduto stoffe, maglioni e cappelli a Don Bosco e alle più importanti famiglie milanesi, dai Castelbarco ai Caccia Dominioni, sembra segnato. Entro fine mese il titolare e i commessi potrebbero essere costretti ad abbandonare i banconi in noce, su cui ci sono ancora i segni degli oltre due secoli di storia.

La prospettiva di perdere una bottega storica della città sembra però non piacere a nessuno. La "Ditta Guenzati" è infatti entrata nel novero dei "Luoghi del cuore" del Fai (Fondo ambiente italiano), ottenendo circa seimila voti tra preferenze espresse online e firme raccolte in loco. Un numero che potrebbe presto incrementarsi, considerando che la notizia della chiusura del negozio sta viaggiando rapidamente sui giornali e anche sui social network: su Facebook è stato infatti aperto un gruppo contro la chiusura della "Ditta Guenzati", nel quale si invitano i cittadini ad andare a manifestare la propria contrarietà alla chiusura attraverso una firma.

Difficile comunque che le firme, da sole, possano evitare il peggio: per questo l'attuale titolare chiede più che altro l'intervento del Comune, in maniera da  poter trovare presto un'altra sede, possibilmente vicina, in cui traslocare. Sarà comunque un cambiamento, ma sempre meglio che una resa. D'altronde, come affermato dal titolare: "Siamo sopravvissuti alla dominazione napoleonica, a quella austriaca, alle tre guerre di Indipendenza, a due conflitti mondiali, alle crisi economiche del ’29 e del 2008, all’Austerity degli anni Settanta: sarebbe un vero peccato sparire per la disdetta di un contratto d’affitto". Speriamo che non sia così.

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