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Detenuti di Busto Arsizio donano tablet ai malati covid in ospedale: “Conosciamo la solitudine”

I detenuti del carcere di Busto Arsizio hanno raccolto oltre 2mila euro per comprare 56 tablet da regalare ai malati covid-19 ricoverati all’ospedale di Circolo di Varese. Un gesto di solidarietà accompagnato da un messaggio di vicinanza: “Sappiamo cosa vuol dire essere isolati, non poter sentire la famiglia”.
A cura di Simone Gorla
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"Sappiamo cosa vuol dire essere isolati, non poter sentire la famiglia". È il messaggio dei detenuti del carcere di Busto Arsizio, che hanno donato 56 tablet ai malati covid-19 ricoverati all'ospedale di Circolo di Varese per aiutarli a comunicare con i propri cari rimasti a casa. La solitudine dei pazienti che soffrono per il coronavirus, soprattutto di quelli più anziani e in gravi condizioni, è un problema serio che in medici hanno più volte denunciato. Un dramma nel dramma rappresentato dalla paura di chi si aggrava e teme di non riuscire a dare l'ultimo saluto agli affetti.

I detenuti di Busto Arsizio regalano 56 tablet ai malati covid in ospedale

Il direttore del carcere di Busto Arsizio, Orazio Sorrentini ha consegnato i dispositivi in ospedale nella giornata di giovedì 30 aprile insieme al cappellano don David Maria Riboldi. I tablet, rivestiti con cover antisettiche, saranno utilizzati in tutti i reparti ad alto rischio contagio. Per poter acquistare i dispositivi i 400 detenuti della casa circondariale hanno raccolto 2.177 euro in donazioni, nonostante nessuno di loro abbia uno stipendio, a differenza di quanto avviene in altre strutture. "I detenuti di Busto Arsizio non solo si sono mostrati recalcitranti alle rivolte che portarono a evasioni di massa e morti ma hanno deciso di distinguersi in positivo per la loro generosità", ha commentato il capo della polizia penitenziaria, Rossella Panaro. Anche il carcere di Bollate e quello di Poggioreale hanno avviato raccolte di solidarietà simili.

Un aiuto per i pazienti lontani dalle loro famiglie

Fin dalle prime settimane di emergenza le strutture sanitarie hanno fatto sapere di avere bisogno non solo di dispositivi di sicurezza e macchinari, ma anche di device che permettano ai pazienti di salutare le proprie famiglie. Un'iniziativa solidale in questo senso era partita nel mese di marzo da un appello del gruppo del Partito democratico del municipio 6 di Milano che aveva donato alcuni tablet all’ospedale San Paolo e all’hospice dell’ospedale Bassini. Anche l’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, uno dei centri più colpiti dalla pandemia, ha annunciato all'inizio di aprile la messa in funzione di un servizio che concede ai degenti, compresi quelli in terapia intensiva, di contattare i propri cari.

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