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Disastro ferroviario a Pioltello, nel Milanese

Deragliamento Pioltello, Alessandra: “Prendo quel treno ogni giorno, sarei morta con mia figlia in grembo”

La testimonianza di Alessandra Abidin, una studentessa universitaria di Cremona che prende ogni giorno il treno deragliato a Pioltello, vicino Milano: “Su quel treno ci sono molti miei amici e ‘colleghi’ di università. Non ho ancora trovato la forza di telefonare loro per sapere come stanno”.
A cura di Enrico Galletti
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Mentre sale a tre il bilancio delle vittime del deragliamento di questa mattina a Pioltello, alle porte di Milano, di un treno regionale diretto nel capoluogo lombardo, arrivano le prime testimonianze. Sul luogo in cui è avvenuta la strage molti persone sono ancora alla ricerca dei propri familiari che erano a bordo del treno e di cui, dopo quel tragico schianto, si è persa ogni traccia. E tra le tante testimonianze c'è quella di Alessandra Abidin, una studentessa universitaria di Cremona che quel treno (il Cremona – Treviglio che parte alle 5:33) lo prende ogni giorno. E che anche oggi avrebbe dovuto salirci, ma per una fatale coincidenza è rimasta a casa. "Non ho preso il treno questa mattina per pura fortuna, anche se avrei dovuto farlo – racconta ancora scossa a Fanpage.it -. Direi che sono stata protetta da lassù, visto che sono al termine di una gravidanza ed un impatto così mi avrebbe causato danni gravissimi".

La pendolare: "Non ho preso quel treno per pura fortuna"

"Avrei dovuto prendere quel treno – continua la testimonianza di Alessandra -, perché avevo un appello all'Università a Milano. Ma il mio ragazzo, stanotte, è stato male, così ho pensato di ritardare la partenza per capire se avrei dovuto accompagnarlo dal medico oppure no. Io di solito, quando salgo su quel treno, mi siedo nella prima carrozza. Senza dubbio se non ci fosse stata la fatalità di questa mattina, su quel treno oggi avrei perso anche la mia bambina".

Alessandra fa un bilancio delle immagini che vede scorrere ai telegiornali, che a lei, un'assidua frequentatrice di quella linea, fanno male più di altri. "Di solito – conclude – partiamo dalla stazione di Cremona con il treno semivuoto, ma poi in itinere si riempie. Non oso immaginare a quante persone siano rimaste coinvolte. Su quel treno ci sono molti miei amici e ‘colleghi' di università. Non ho ancora trovato la forza di telefonare loro per sapere come stanno".

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