Daspo per i rom a Milano, Dijana Pavlovic: “Da un sindaco di sinistra mi aspetto un’altra soluzione”
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, nei giorni scorsi durante un incontro con i cittadini del Municipio 7 ha aperto alla possibilità di utilizzare i Daspo urbani (introdotti dal decreto sicurezza Minniti e "perfezionati" da quello targato Salvini) nei confronti dei rom che vivono in roulotte parcheggiate lungo le strade di Milano: "Per quanto riguarda la problematica degli insediamenti abusivi di rom e nomadi a Milano – sono state le parole del primo cittadino – si sta cercando di capire se si può lavorare bene con un ‘daspo urbano' e se ne sta discutendo anche con il prefetto". "Effettivamente vediamo che là dove ci sono (rom, ndr) i cittadini giustamente si lamentano, bisogna trovare delle formule diverse", sono state le parole del sindaco, che ha poi aggiunto che in città vivono tremila nomadi: "Io non è che sono contrario alla chiusura dei campi, ma chiuderli vuol dire che saranno ancora più in giro".
La precisazione di Majorino: Mai un Daspo su base etnica
Le parole del sindaco hanno provocato molte reazioni nel mondo politico cittadino. In tanti hanno parlato di un'uscita quasi "salviniana" del primo cittadino, tanto che l'assessore alle Politiche sociali e neo parlamentare europeo Pierfrancesco Majorino si è affrettato a precisare: "Detto che la Giunta non farà mai (ovviamente!) un provvedimento su base etnica (cioè un ‘Daspo per Rom') sinceramente trovo assolutamente sensato e ragionevole sperimentare strumenti che permettano di intervenire con decisione (se quelli attuali non lo consentono) nei confronti di chi sviluppa occupazione di aree in serie (siano o meno, gli occupanti, di origine Rom), creando non poche difficoltà in alcuni quartieri", ha scritto Majorino su Facebook. "Chi promuove la cultura dei diritti, dell'accoglienza, della convivenza positiva deve sempre essere molto fermo sul rispetto della legalità – ha poi aggiunto Majorino – E mettere in contrapposizione legalità e diritti porta sempre a cancellare i secondi. Poi mi piacerebbe che di ‘Rom' non si parlasse generalizzando pericolosamente. Facendo di tutta l'erba un fascio. Ci sono esperienze e storie assolutamente positive (anche a Milano) di cosiddetta integrazione".
Comazzi (FI): Da Sala buonsenso, ragionevolezza prevalga sull'ideologia
Dal centrodestra c'è stata un'apertura generalizzata alla proposta di Sala e una critica alla successiva precisazione di Majorino: "Inutile specificare che l’applicazione di tale strumento nulla c’entra con fenomeni aberranti come la discriminazione razziale, né verrà presa di mira un’etnia in particolare – ha affermato in una nota il consigliere comunale di Forza Italia Gianluca Comazzi, che è anche capogruppo degli azzurri in Consiglio regionale -. Come andiamo dicendo da tempo il daspo è funzionale a ristabilire l’ordine in alcune zone critiche della nostra città (specialmente nelle periferie), dove l’insediamento irregolare di alcuni campi arreca notevoli disagi ai residenti che ogni giorno si trovano a fare i conti con degrado, illegalità e insicurezza. Forse – ha proseguito Comazzi in una nota – il colpevole ritardo con cui il sindaco ha preso coscienza della cosa è dovuto anche all’impostazione ideologica con la quale una parte della sua maggioranza si è sempre approcciata a temi importanti come questo. Da parte nostra auspichiamo che la ragionevolezza prevalga sull’ideologia: i cittadini sono stanchi dei proclami e delle belle parole".
Bolognini (Lega) rilancia: Daspo per chi occupa le case popolari
Da destra c'è stato anche chi, come l'assessore regionale alla Casa Stefano Bolognini (fedelissimo di Salvini), ne ha approfittato per rilanciare: "Applichiamo il Daspo anche per chi occupa le case popolari. Purtroppo – ha affermato Bolognini – spesso quando si sgombera una casa popolare, chi viene allontanato occupa in breve tempo altri immobili e commette altri reati. Si tratta di persone che non occupano per necessità ma perché sprezzanti delle regole e delle leggi. Allontanare certi delinquenti dalla città di Milano sarebbe un importante segnale di legalità nei quartieri popolari e permetterebbe a Regione Lombardia di essere ancora più incisiva nell’importante politica di rigenerazione urbana che sta portando avanti col Comune".
L'attivista Pavlovic: Un sindaco che vuol risolvere i problemi non pensa al daspo
Chi non ha decisamente apprezzato le parole di Sala, giudicate "sfortunate e inopportune", è stata l'attivista Dijana Pavlovic, portavoce del movimento "Kethane – Rom e sinti per l'Italia" e da sempre impegnata nella difesa dei diritti dei rom e dei sinti: "Innanzitutto non si può fare un daspo su base etnica (come poi precisato da Majorino, ndr) – afferma la Pavlovic a Fanpage.it -. Poi c'è sicuramente un disagio: perché c'è un gruppo di rom che non sa dove andare, usa le fontanelle per lavarsi e crea delle reazioni nei cittadini abbastanza forti". Dijana Pavlovic conosce bene queste persone e la loro storia: "Sono bosniaci che per anni sono stati in un terreno agricolo di loro proprietà a Muggiano, in delle roulotte, senza dare fastidio a nessuno. Marco Granelli (all'epoca assessore alla Sicurezza con la giunta Pisapia, ora è alla Mobilità, ndr) ha avuto la brillante idea di sgomberarli – sottolinea ironicamente Pavlovic -. Loro vagano per la città da allora, da quando sono stati sgomberati. Il terreno è ancora di loro proprietà, ma mai nessuno ha offerto loro alcun tipo di soluzione alternativa".
Sono loro, i rom, quelli che stanno peggio
"In fondo quello che fanno queste persone è stare nei giardini e usare le fontanelle perché non sanno dove andare. Mi sembra più un'emergenza sociale che una questione di sicurezza", spiega Dijana Pavlovic. Di fronte a una situazione di questo tipo la proposta di daspo avanzata dal sindaco Sala non è certo la più idonea: "Un sindaco intelligente e di sinistra tiene conto anche dei disagi dei cittadini, che senza dubbio esistono: perché queste persone non hanno un bagno, non hanno nulla e dunque stanno in giro, si lavano alla fontana e non è bello da vedere. Ma un sindaco intelligente e che vuole risolvere i problemi – affonda il colpo la portavoce del movimento Kethane – non pensa al daspo, pensa a una soluzione per queste persone, a un luogo in cui possono stare. Tanto più che hanno un terreno ancora di loro proprietà. Sono loro, i rom, quelli che stanno peggio – sottolinea Pavlovic -. Da una persona pragmatica come Sala, da un bravo manager, mi aspetto che risolva queste situazioni, non che faccia queste dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano". Gli avvocati del movimento Kethane, in ogni caso, monitoreranno la situazione: "Siamo certi che non si può impedire alle persone di stare in una città o nei giardini perché non sanno dove andare, anche perché non sono criminali".