Dalla Bulgaria a Bergamo nascosti in un tir: scoperti e salvati 9 ragazzini afgani

Hanno attraversato mezza Europa nascosti sotto al telone di un tir. Si tratta di nove ragazzini tra i 13 e i 16 anni, tutti originari dell'Afghanistan, scoperti questa mattina a Stezzano, in provincia di Bergamo, da un autotrasportatore che se li è trovati nella stiva del proprio camion. L'uomo era partito dalla Bulgaria il giorno di Natale con quello che credeva essere un carico di materiale elettrico da consegnare alla ditta Schneider Electric. Quando è arrivato sul piazzale della ditta, come riporta il quotidiano "La Repubblica", la sua sorpresa è stata enorme: tra le casse di materiale ha visto i nove adolescenti, qualcuno con la febbre e tutti provati dal lungo viaggio. Immediatamente ha avvertito prima un altro addetto dell'azienda e poi i locali carabinieri.
Il camionista non è indagato
Solo grazie all'intervento di un interprete si è riusciti a risalire al probabile luogo di partenza dei giovani profughi, fuggiti dalla povertà del proprio Paese per inseguire il sogno di un futuro migliore. I nove ragazzini hanno spiegato di essere riusciti a superare le frontiere grazie a espedienti e mezzi di fortuna, fino alla Bulgaria. Lì, con l'aiuto di una persona la cui identità non hanno voluto svelare, sarebbero stati aiutati a nascondersi all'interno del camion che li ha portati in Italia. Il loro racconto sarà adesso verificato, così come la posizione del conducente del tir, che sarebbe comunque estraneo alla vicenda. Secondo gli investigatori è poco plausibile che l'uomo, un cittadino bulgaro, abbia avuto un ruolo consapevole nel viaggio dei nove adolescenti: difatti non è stato iscritto nel registro degli indagati nel fascicolo aperto in procura sull'episodio, che ha un precedente: lo scorso aprile tre ragazzini afgani di 17 anni erano stati scoperti sempre nascosti all'interno di un tir a Corsico, vicino Milano.
Il sogno dei nove giovani profughi, adesso, potrebbe continuare: essendo minori non accompagnati non saranno espulsi, ma affidati a una comunità di accoglienza. Poi, certo, per loro inizierà la sfida più difficile: quella dell'integrazione.