Dal “Salam Bergamo” al “Bovizola”: finti prodotti tipici lombardi spopolano nell’Est Europa
Ci sono il "Salam Bergamo", il "Milanska salama" o il "Bovizola", che è il modo con cui gli sloveni cercano di "copiare" il nostro gorgonzola. Ma il fenomeno dei prodotti alimentari stranieri che richiamano in maniera ingannevole il "Made in Italy" ormai spopola nel Vecchio continente. L'allarme lo ha lanciato la Coldiretti nel suo dossier "Cosa mangiano di italiano in Europa", presentato a Bologna. Il fenomeno dei prodotti che utilizzano immagini, parole e perfino la bandiera dell'Italia per ingannare i consumatori convincendoli della qualità "made in Italy" di prodotti che non lo sono è così trasversale e radicato, secondo Coldiretti, che ormai non è più necessario nemmeno mantenersi fedeli ai nomi ufficiali. E allora ecco comparire tra gli scaffali dei supermercati stranieri "spageti", "Semisecco" o "Prisecco" al posto del prosecco, "Mortadela" e "Tortellone".
In Germania si può trovare anche il "cambozola"
Ormai, come sottolinea il rapporto redatto con assieme ai Carabinieri dei Nas e l'Europol, due prodotti italiani su tre venduti nei supermercati all’estero non hanno nulla a che fare con l'italianità. Sono realizzati in altri Paesi sfruttando – in maniera sottile, spesso ingannevole – la fama delle specialità gastronomiche nostrane. Se l'Emilia Romagna, la regione con il maggior numero di prodotti tipici in Italia ed Europa, è inevitabilmente anche la più colpita dal fenomeno delle imitazioni, anche la Lombardia vanta i suoi divertenti – ma impattanti per il nostro export – casi di imitazione: oltre a quelli già citati vanno annoverati anche il caffè "Milano style" presente in Ungheria e il "Cambozola" – altra variante del gorgonzola – che si può trovare sugli scaffali dei supermercati tedeschi. A chi compra questi prodotti andrebbe ricordato un modo di dire: parla come mangi.