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Crollo cavalcavia Milano-Lecco: “Il cemento corroso dal sale antighiaccio”

Il crollo del cavalcavia sulla Milano-Lecco potrebbe essere dovuto all’erosione provocata dai sali sparsi sulla strada per scongelare il ghiaccio d’inverno. I materiali di costruzione degli anni ’60 sarebbero, per il professore Alessandro Aronica, “molto sensibili agli attacchi dei cloruri, dei sali buttati in inverno”.
A cura di Redazione Milano
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Il cavalcavia che è crollato ieri sera sulla SS36 nel Lecchese sotto il peso di un tir, provocando un morto e quattro feriti, potrebbe essere dovuto alla corrosione dell'armatura di calcestruzzo provocato dal sale sparso sulla strada per sciogliere il ghiaccio in inverno. Questa è l'ipotesi di Alessandro Aronica – professore di Scienze delle costruzioni alla sede di Lecco del Politecnico di Milano e membro della ‘commissione strutture' dell'Ordine degli ingegneri di Milano

"Da quanto si capisce dal filmato – ha spiegato Aronica all'agenzia Agi – è probabilmente successo che, quando il camion si è trovato col massimo peso sulla trave centrale del ponte, c'é stata la rottura dell'appoggio dove la trave trova sostegno, sulla spalla laterale. Questo è dovuto in parte al peso ma quasi certamente al deterioramento delle caratteristiche meccaniche dei materiali". Materiali risalenti agli anni '60 che sarebbero "molto sensibili agli attacchi dei cloruri, dei sali buttati in inverno".

"Questo tipo di cedimento non segnala grandi evidenze prima, se non il distacco di detriti (come avrebbe segnalato un dipendente dell'Anas ndr): l'armatura del calcestruzzo, deteriorata dal sale, aumenta di volume ed espelle lo strato esterno. I segnali di preavviso sono pochissimi: l'unico segno premonitore è proprio l'espulsione dei detriti perché l'armatura spinge sulla calcestruzzo e la parte esterna cede", sottolinea il docente.

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