Cosa è successo al capotreno che si accoltellò da solo e diede la colpa a un immigrato

Lo scorso 19 luglio un capotreno di Trenord, il 45enne Davide F., denunciò di essere stato accoltellato a una mano da un immigrato. L'episodio era accaduto sul treno su cui il 45enne era in servizio, all'altezza di Santo Stefano Lodigiano, vicino Lodi. Il 45enne aveva poi affermato che l'aggressore aveva aperto le porte del treno, forzandole, ed era scappato. La notizia dell'aggressione fece scalpore: i sindacati indirono uno sciopero di quattro ore che causò gravi disagi, mentre una certa politica non perse l'occasione per scagliarsi contro la scarsa sicurezza a bordo dei convogli, attribuendo all'immigrazione buona parte del problema.
La messinscena dell'ex capotreno
Peccato, però, che come si scoprì alcuni giorni dopo l'aggressione era tutto falso. Il 45enne si era infatti accoltellato da solo alla mano per poi incolpare dell'accaduto un cittadino ghanese con il quale, nei giorni precedenti, aveva avuto dei diverbi. A incastrarlo erano state le indagini della squadra mobile di Lodi, che aveva inchiodato il capotreno anche sulla base di alcune immagini riprese da una telecamera di sorveglianza. L'incredibile messinscena è stato sicuramente un episodio emblematico del clima di allarmismo alimentato da media e politica sul fenomeno dell'immigrazione e della sicurezza a bordo dei treni, problemi sicuramente presenti ma che spesso vengono ingigantiti a fini strumentali.
Cosa è successo al 45enne
Cosa è successo adesso al 45enne dipendente di Trenord? Innanzitutto l'uomo è ormai un ex dipendente dell'azienda che si occupa del trasporto ferroviario in Lombardia. Il 45enne, originario di Casatisma, in provincia di Pavia, è stato infatti licenziato e adesso lavora come operaio. L'uomo ha però anche dovuto subire un procedimento penale per le sue azioni: era accusato di calunnia e di interruzione di pubblico servizio, dal momento che era stato sempre lui ad aprire le porte del treno per far credere che il suo aggressore fosse scappato. Davanti al giudice per le indagini preliminari di Lodi il 45enne ha patteggiato una pena a 18 mesi di reclusione, sospesa per la condizionale.