Corteo della destra per ricordare l’omicidio Ramelli, no del prefetto. Meloni: “Inspiegabile”
Il prefetto di Milano Renato Saccone ha negato l'autorizzazione per il corteo in memoria di Sergio Ramelli, morto il 29 aprile del 1975. Aveva 18 anni ed era un militante del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano, quando è stato aggredito sotto casa con una chiave inglese da alcuni militanti di Avanguardia Operaia. Come negli anni passati l'unica concessione è una cerimonia nei pressi di via Paladini, ma dovrà essere una manifestazione sul luogo e non in movimento. La decisione viene confermata nonostante l'appello di un gruppo di parlamentari di destra. Lo scorso anno, tra saluti romani e simboli fascisti, un corteo non autorizzato sfilò per le vie della città di Milano e arrivò fino in piazzale Loreto, dove fu deposto un mazzo di fiori (in piazzale Loreto fu esposto il cadavere di Benito Mussolini).
Meloni (Fdi): "Prefetto ci ripensi, inspiegabile il no"
Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia e tra i firmatari dell'appello al prefetto, il no al corteo è "inspiegabile". Per Meloni "l'unica ‘colpa' di questo ragazzo fu quella di avere aderito al Fronte della Gioventù ed è assurdo negare un momento di preghiera e riunione per un ragazzo ammazzato, nascondendosi dietro al fantasma del fascismo. I parlamentari di Fratelli d'Italia hanno firmato in queste ore un appello al prefetto perché non si vieti il corteo: non impediamo il giusto ricordo di Sergio per motivi ideologici, rispettiamo la sua memoria". La decisione, ha spiegato il prefetto Saccone, è stata presa prima dell'appello in continuità con quanto fatto gli scorsi anni. Nell'aprile scorso, proprio per aver organizzato un corteo non autorizzato, circa sessanta persone furono identificate.