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Corruzione, arrestati l’ex direttore del carcere di Bergamo e il comandante della polizia penitenziaria

Sei persone, tra cui l’ex direttore del carcere di Bergamo e il comandante della polizia penitenziaria bergamasca, sono finiti ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge 27 persone. Le accuse per gli indagati sono a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato. Le indagini sono partite dal presunto trattamento di favore a un imprenditore detenuto nel carcere orobico e hanno portato alla scoperta di altri illeciti.
A cura di Francesco Loiacono
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Una veduta del carcere di Bergamo dall'alto
Una veduta del carcere di Bergamo dall'alto

Un terremoto giudiziario scuote il carcere di via Gleno, a Bergamo. L'ex direttore del penitenziario Antonino Porcino, da pochi giorni in pensione, risulta tra le persone arrestate da parte dei carabinieri e della guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta che coinvolge complessivamente 27 persone. Sei quelle finite ai domiciliari: oltre a Porcino, sono stati arrestati anche il comandante e un commissario della polizia penitenziaria di Bergamo, quest’ultimo in servizio presso il carcere di Monza, il dirigente sanitario del penitenziario bergamasco e due imprenditori originari di Urgnano, sempre nella Bergamasca. Le accuse per gli indagati sono a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato.

L'inchiesta che ha travolto il penitenziario bergamasco è stata coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica di Bergamo Maria Cristina Rota ed Emanuele Marchisio e condotta dai carabinieri della compagnia di Clusone con la collaborazione della guardia di finanza di Bergamo. Le indagini hanno fatto luce sul presunto trattamento di favore in carcere di cui avrebbe beneficiato un imprenditore, che era stato arrestato nell’aprile 2017 dalle Fiamme gialle di Vibo Valentia nell’ambito di indagini sulla realizzazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il detenuto, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva di fatto evitato il regime carcerario ordinario, usufruendo di un lungo ricovero presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il ricovero era stato disposto dopo che alcune certificazioni mediche avevano attestato per l'imprenditore un grave shock emotivo, che però l'uomo non avrebbe mai subito.

Utilizzo di uomini e materiali a fini privati e assunzioni clientelari: le altre condotte illecite

Il prosieguo delle indagini, oltre a far emergere il presunto coinvolgimento nella vicenda dell’attuale comandante della Polizia Penitenziaria di Bergamo, ha fatto emergere altre condotte illecite al cui centro ci sarebbe l'ex direttore del carcere. Porcino avrebbe usufruito di false attestazioni sanitarie per ottenere benefici economici, avrebbe beneficiato di lavori di ristrutturazione del suo appartamento privato svolti da personale in servizio della polizia penitenziaria e con materiali vari che erano di proprietà dell’amministrazione e in deposito presso il carcere e avrebbe usato, a fini privati, personale della polizia penitenziaria in servizio, veicoli dell’amministrazione e materiale della casa circondariale. Altre condotte illecite emerse dalle indagini riguardano ulteriori false attestazioni relative a vicende che hanno interessato alcuni detenuti, episodi di corruzione connessi alla stipula di un contratto di fornitura, in esclusiva, di distributori automatici di alimenti nel carcere di Monza e l'assunzione clientelare di personale nel penitenziario di Bergamo.  presso la casa circondariale di Bergamo. Oltre agli arresti, ordinati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo, Lucia Graziosi, sono scattate numerose perquisizioni nei penitenziari di Bergamo e Monza e nelle abitazioni e negli uffici degli indagati.

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