Coronavirus, mezzi deserti a Milano: autobus, metro e treni vuoti
"Nemmeno ad agosto treno così vuoto". È uno dei tanti commenti dei pendolari che questa mattina, 24 febbraio, hanno preso un treno per recarsi al lavoro a Milano nel primo lunedì di chiusure straordinarie per l'emergenza Coronavirus. Nel capoluogo lombardo, così come nel resto della regione (e in altre regioni italiane come Veneto, Trentino, Piemonte e Friuli) da oggi sono chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado e le Università. Non solo: sono chiusi i musei, chiusi anche due simboli come il Duomo e la Scala, sospesi tutti gli eventi anche privati e i bar e i pub devono chiudere alle 18 con buona pace del sacrosanto rito dell'happy hour. Le disposizioni varate con un'ordinanza dal governatore lombardo Attilio Fontana saranno valide, almeno per ora, fino a lunedì 2 marzo: ma non è escluso che possano essere prorogate per un'altra settimana.
I pendolari: "La psicosi di massa ci fa viaggiare comodi"
A Milano, il clima che si respira è surreale: sui mezzi pubblici – con Atm che ha disposto una sanificazione straordinaria – c'è pochissima gente rispetto al solito, complice anche l'assenza degli studenti. Alcuni autisti dell'Atm, interpellati da Fanpage.it, hanno spiegato che gli autobus viaggiano con 10, 11 minuti di anticipo rispetto al solito e hanno stimato un calo dell'utenza del 70-75 per cento, dovuto soprattutto alla chiusura scuole. Stesso discorso per i treni regionali, dove solitamente, soprattutto all'ora di punta, i pendolari si lamentano perché costretti a viaggiare stretti come sardine. E invece, proprio sui gruppi di pendolari si coglie uno degli effetti dell'emergenza Covid-19: "La psicosi di massa è l'unica che ci fa viaggiare comodi. Siamo all'assurdo", scrive una pendolare del Comitato Gallarate-Milano.
Alcune aziende hanno invitato i dipendenti a evitare i mezzi pubblici
Discorso diverso, invece, per le strade. In tanti hanno preferito infatti usare i mezzi privati, col risultato che il traffico non è sembrato molto diverso da quello di un "normale" lunedì, anche se certo meno intenso. La scelta dell'auto è stata dettata in alcuni casi da consigli da parte di quelle aziende che hanno invitato i propri dipendenti a evitare i mezzi pubblici per recarsi al lavoro. Altre ancora, quelle che hanno potuto, hanno spinto i propri dipendenti a lavorare da casa, con lo smart working. Da tutte le aziende, anche dai più piccoli coworking, è arrivato l'invito a chi proviene dalla zona rossa del contagio – in Lombardia si tratta di dieci Comuni della Bassa lodigiana nei dintorni di Codogno – a stare a casa.