video suggerito
video suggerito
Covid 19

Coronavirus, preoccupano le residenze per anziani. È un rischio metteteci i malati covid?

Malati di coronavirus “stabilizzati e in via di guarigione” trasferiti nelle residenze per anziani. È una delle strategie messe in atto da Regione Lombardia per liberare posti negli ospedali, che però ha provocato la preoccupazione di lavoratori e famiglie che temono sia un rischio trasportare pazienti covid in strutture che già accolgono persone molto fragili. I sindacati si sono detti “fortemente preoccupati e contrari per la decisione”. L’assessore Gallera rassicura: “Li metteremo in padiglioni autonomi dal punto di vista strutturale, fisicamente indipendenti”.
A cura di Simone Gorla
201 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Ci sono anche le residenze per anziani tra le strutture dove vengono trasferiti i malati di covid-19 in condizioni non gravi, che possono essere spostati per liberare letti negli ospedali. Una decisione che ha provocato i timori di lavoratori e famiglie che temono sia un rischio trasportare pazienti in strutture che già accolgono persone molto fragili. I sindacati si sono detti "fortemente preoccupati e contrari per la decisione" e hanno sottolineato la necessità di escludere in ogni modo la convivenza di persone positive al coronavirus con anziani.

Gallera: I malati nelle Rsa sono in padiglioni separati

Una rassicurazione è arrivata dall'assessore al Welfare, Giulio Gallera. "Lo abbiamo scritto nella delibera, le Ats hanno individuato padiglioni autonomi dal punto di vista strutturale, fisicamente indipendenti. Non andremo a creare problemi in un ecosistema molto fragile", ha assicurato, spiegando che i trasferimenti vengono fatti "per recuperare spazi in totale sicurezza".  "Sappiamo che nelle Rsa ci sono pazienti molto fragili, che soffrono normalmente per polmoniti – ha ricordato -. Già da settimane abbiamo ridotto per i parenti la possibilità di andare a visitarli".

Coronavirus, le preoccupazioni di Confcooperative

Il timore di sindacati e cooperative è che, con il trasferimento dei pazienti positivi al coronavirus si aggravino le difficoltà degli operatori che lavorano in queste strutture, già sottoposto a una forte pressione anche per la mancanza dei necessari dispositivi sanitari. "Nella Rsa i dipendenti hanno di fronte la fascia più debole della popolazione, dove il contagio si manifesta nella forma più virulenta – ha ricordato Attilio Dadda presidente regionale di Confcooperarive, in un'intervista a Fanpage -. Non essendoci a disposizione i presidi, i lavoratori continuano a fare comunque il loro dovere ma spesso si ammalano. E se restano contagiati rischiano di essere loro a trasmettere i virus".

Il caso di Quinzano

Una situazione che si è già verificata in Lombardia negli ultimi giorni. È il caso della casa di riposo di Quinzano, nel Bresciano, dove dall'inizio epidemia sono spirati 18 anziani, 5 dei quali nell'arco 24 ore. Il presidente della Rsa, Luca Laffranchi, si è detto affranto: "La tristezza per non essere riusciti a proteggerli è un sentimento che accomuna tutti noi all'interno della struttura"

I sindacati: Anziani indifesi e soli

"Oggi, nelle Rsa risiedono persone anziane in condizione di particolare debolezza – sottolineano  i sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl Uilp Uil-. L’eventuale diffusione incontrollata del virus all'interno di queste strutture potrebbe compromettere seriamente la salute già precaria di molti ospiti, nonché mettere a grave rischio la salute del personale che presta propria assistenza al quale vanno garantiti tutti i dispositivi di tutela individuale previsti. Gli anziani sono le persone più indifese e sole di fronte all’aggressione del virus, lo continuano a ripetere gli esperti e va esclusa in ogni modo la convivenza di persone positive al Covid19 con coloro che sono negativi".

201 CONDIVISIONI
32831 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views