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Covid 19

Coronavirus, 18 decessi in una casa di riposo del Bresciano: 5 nelle ultime 24 ore

In una casa di riposo di Quinzano, nel Bresciano, da inizio epidemia sono spirati 18 anziani, 5 dei quali nelle ultime 24 ore. Tra tutti, però, solo uno dei 18 decessi risulta riconducibile al Coronavirus, poiché il solo paziente a cui è stato fatto il tampone. A commentare i tristi eventi, è il presidente della Rsa in questione, Luca Laffranchi: “La tristezza per non essere riusciti a proteggerli è un sentimento che accomuna tutti noi all’interno della struttura”.
A cura di Filippo M. Capra
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L'emergenza Coronavirus continua a provocare diversi decessi tra le persone anziane, specialmente nelle province lombarde maggiormente colpite dai contagi. In una casa di riposo di Quinzano, nel Bresciano, da inizio epidemia sono spirati 18 anziani, 5 dei quali nelle ultime 24 ore. Tra tutti, però, solo uno dei 18 decessi risulta riconducibile al Coronavirus, poiché il solo paziente a cui è stato fatto il tampone. A commentare la triste cronaca è il presidente della Rsa in questione, Luca Laffranchi: "La tristezza per non essere riusciti a proteggerli è un sentimento che accomuna tutti noi all'interno della struttura".

Nel bresciano un decesso ogni 32 minuti, a Bergamo diversi anziani muoiono a casa

La provincia di Brescia è la più colpita insieme a quella di Bergamo dall'epidemia da Coronavirus. E, a farne le spese, sono centinaia di persone troppo deboli per riuscire a combattere il virus di provenienza cinese. Tra domenica 15 e lunedì 16 marzo, infatti, sono stati registrati 315 decessi in tutta la provincia. Ciò significa che, nell'arco di 24 ore, è morta una persona ogni 32 minuti. Ma nemmeno a Bergamo la situazione è migliore. Non solo le persone spirano in ospedale, ma anche in casa. L'allarme lanciato dal sindaco della città orobica Giorgio Gori è volto a spiegare che i dati "non dicono che molte persone stanno morendo nelle loro case" e quindi "non vengono censite". Queste persone sono costrette a casa poiché gli ospedali, specialmente il Papa Giovanni, sono saturi di pazienti. Come spiegato da Gori, "a molte persone risultate positive al tampone, ma che non hanno gravi problemi respiratori si chiede solo di restare a casa", motivo per cui "non rientrano nelle statistiche".

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