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Coronavirus, ospedali della Lombardia in emergenza: il piano per liberare i posti letto

Approvata dalla regione Lombardia la delibera che contiene il piano di gestione dei posti letto degli ospedali lombardi nell’emergenza coronavirus: i pazienti con patologie respiratorie ma negativi al Covid-19 saranno valutati ed eventualmente trasferiti, i pazienti positivi al coronavirus saranno invece trasferiti in strutture specializzate e attrezzate ad hoc una volta stabilizzati.
A cura di Chiara Ammendola
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Il presidio all'ospedale di Cremona
Il presidio all'ospedale di Cremona

È stata approvata in piena emergenza e all'inizio della quarantena obbligatoria per tutta la regione Lombardia, la delibera che contiene il piano per liberare i posti letto negli ospedali lombardi. L'emergenza coronavirus e il costante aumento di pazienti positivi che necessitano di ricovero in ospedale, spesso in Terapia Intensiva, ha reso necessario un piano di intervento immediato per liberare il numero maggiore di posti letto per i pazienti in arrivo nei prossimi giorni.

La gestione dei pazienti positivi al Covid-19 nei reparti di terapia intensiva

A confermarlo è l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera che dopo l'impennata di casi avuta nelle ultime ore ha spiegato che "i posti delle terapie intensive e degli ospedali per acuti vanno liberati velocemente per fare posto ad altri malati". Nello specifico i pazienti positivi al Covid-19 che non hanno febbre da tre giorni e hanno una frazione ispirata di ossigeno superiore a 300 saranno dimessi subito dalla terapia intensiva per essere trasferiti in strutture tipo quelle specializzate in riabilitazione pneumologica, i pazienti che hanno rimosso il casco per respirare da almeno 72 ore saranno tolti dal reparto di rianimazione trasferiti in strutture sociosanitarie (come le case per anziani) che diventeranno dedicate ai malati di coronavirus, mentre i malati cronici che sono anche positivi al coronavirus ma che si sono stabilizzati andranno via dal reparto ospedaliero.

I pazienti della terapia intensiva non positivi al coronavirus

Capitolo a parte per i pazienti che hanno patologie respiratorie, cardio-respiratorie, neurologiche o neuromuscolari ma non sono positivi al coroanvirus: ci saranno dimissioni il prima possibile per coloro che hanno sufficiente stabilità clinica, assenza di aritmie minacciose per la vita, emoglobina superiore a 7 grammi/decilitro, temperatura inferiore a 37 °C, normale conta piastrinica e dei globuli bianchi, assenza di indicazioni chirurgiche ed embolia polmonare ad alto rischio. Questi pazienti saranno tutti spostati nelle strutture di solito dedicate alle cure extra-ospedaliere, ossia per i non acuti.

In Lombardia 4.189 contagi: 550 guariti e 267 decessi

I letti per i pazienti più gravi sono stati posizionati ovunque, ogni spazio è stato ricavato per posti letto posizionati anche nelle sale operatorie, nei corridoi e nelle stanze di risveglio. Domenica 8 marzo nell'ultimo bollettino, l'assessore Gallera ha spiegato che in Lombardia sono 4.189 i contagi confermati, i deceduti sono 267, i pazienti considerati "guariti", dimessi e trasferiti al domicilio sono 550, in isolamento domiciliare ci sono 756  persone: per quanto riguarda le terapie intensive, a oggi ci sono 399 i ricoverati mentre i ricoveri non in terapia intensiva sono 2217. I tamponi effettuati sono 18.534. Tutte persone decedute, ha precisato l'assessore, sono persone anziane con un quadro clinico già compromesso. L'87% ha più di 75 anni, l'11% ne ha fra 65 e 74 e il 2% fra 50 e 64 anni.

Gallera: Ce continua così, serviranno misure più drastiche

L'assessore Gallera ha spiegato che dal 28 febbraio ad oggi 9 marzo i posti in terapia intensiva sono aumentati del 700%:  "I posti in terapia intensiva occupati da pazienti positivi al coronavirus il 28 febbraio erano 57, adesso sono 399, il 700% in più e cosa succederà fra dieci giorni? – ha spiegato l'assessore – l'alternativa è che la gente capisca e si autolimiti". Secondo Gallera qualora non dovesse succedere sarà necessario inasprire le misure "o dovremo prendere atto che non riusciamo più a curare le persone. Cosa che non vorrei mai". L'assessore ha spiegato che qualora le misure dovessero essere inasprite, le restrizioni sarebbero "sui trasporti e sulla libertà di movimento".

Sospensione delle attività non differibili negli ambulatori

Da oggi lunedì 9 marzo inoltre la regione Lombardia ha deciso la sospensione di tutta l'attività ambulatoriale, nelle strutture pubbliche e private, tranne quella urgente e indifferibile, con lo scopo di recuperare medici e infermieri per l'attività dei reparti degli ospedali dedicati all'emergenza coronavirus: "Le attività ambulatoriali – ha spiegato Gallera – comprese quelle erogate in regime di libera professione intramuraria, sono sospese a decorrere dal 9 marzo 2020. Fatta eccezione per l’attività in regime di libera professione intramuraria che rimane comunque sospesa, l’attività ambulatoriale istituzionale, incluso il percorso di presa in carico dei pazienti con patologie croniche, potrà essere mantenuta qualora non vi sia necessità di risorse professionali per assistenza ai pazienti ricoverati sia per Covid-19 che per le altre patologie e anche con modalità alternative idonee a tutelare i pazienti più fragili. Viene comunque mantenuta l'attività per prestazioni non differibili (quali ad esempio chemioterapia, radioterapia, dialisi ecc.), prestazioni urgenti con priorità U o B, prestazioni dell’area salute mentale dell’età evolutiva e dell’età adulta e i servizi sulle dipendenze".

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