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Coronavirus, nuovi casi di contagio nel Lodigiano. Il sindaco di Codogno: “Si muore ancora”

“Ci aveva sorpreso vedere che nel decreto del governo dello scorso 8 marzo la zona rossa veniva abolita”, dice il sindaco di Codogno al primo giorno di rialzo dei nuovi contagi dopo 48 ore a crescita zero nel paese teatro della prima positività italiana al Coronavirus. Nel Lodigiano, ex zona rossa lombarda, si rischia di vanificare tutti gli sforzi dei cittadini che hanno rispettato la quarantena sino all’8 marzo scorso.
A cura di Filippo M. Capra
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Francesco Passerini, sindaco di Codogno (Foto Fb: Lega Codogno)
Francesco Passerini, sindaco di Codogno (Foto Fb: Lega Codogno)
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La prima zona rossa italiana, quella perimetrata dai dieci comuni del Lodigiano tra i quali era compreso anche Codogno, teatro in cui si è registrato il primo caso in assoluto di contagio da Coronavirus in Italia, aveva portato ai risultati sperati: il trend dei nuovi casi positivi al Covid erano in forte calo, addirittura a Codogno si è arrivati a non aver nessun nuovo contagio per due giorni consecutivi. Ciò aveva fatto ben sperare le istituzioni locali e regionali, ma qualcosa, forse, potrebbe non essere andato come sperato. L'annullamento della zona rossa, risalente all'8 marzo quando con un decreto il Governo Conte ha reso inaccessibile tutta la Lombardia, potrebbe aver favorito un'ulteriore accelerazione della diffusione del virus tra la popolazione.

A Codogno trend invertito: dopo 2 giorni di crescita zero, 10 nuovi casi

Lo stesso assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, negli ultimi giorni, aveva rivelato che "nelle ultime 48 ore", tra martedì 24 e mercoledì 25 marzo, "non si erano registrati nuovi contagi a Codogno". Il trend positivo è stato interrotto ieri, giovedì 26 marzo, con l'annuncio di 10 nuove positività nel paesino del Lodigiano. Il timore dei cittadini della zona, quindi, è quello di tornare a vivere con la paura che il Covid possa non essere ancora stato battuto: "Abbiamo sei positivi in più – spiega Francesco Passerini, sindaco di Codogno e presidente della Provincia di Lodi -. Ci aveva sorpreso vedere che nel decreto del governo dello scorso 8 marzo la zona rossa veniva abolita". Il primo cittadino codognese, al Corriere, si interroga quindi sul senso di chiudere un'intera area se poi, "ai primi risultati positivi", si torna sui propri passi permettendo la libera circolazione dei cittadini e la riapertura di alcune attività commerciali.

Il sindaco di Codogno: L'emergenza non è alle spalle

Ovviamente, il pensiero del sindaco di Codogno e dei primi cittadini degli altri nove paesini che facevano parte della prima zona rossa italiana, è rivolto a tutti coloro che non sono del territorio e stanno raggiungendo la zona. "Noi abbiamo fatto sforzi molto rigidi – spiegano i cittadini – che ora rischiano di essere vanificati". Che il modello adottato per contenere la diffusione dell'epidemia fosse quello giusto, lo attestano i numeri: la zona rossa del Lodigiano aveva rallentato la diffusione del Coronavirus. Il sindaco Passerini tiene quindi a ricordare che "l'emergenza non è alle spalle: si muore ancora, ogni giorno. Ma è l'effetto dei contagi delle scorse settimane".

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