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Coronavirus, nella “zona rossa” del Lodigiano non ci sono quasi più contagi

“L’ex zona rossa del Lodigiano è l’unica area in cui l’infezione sta rallentando”. Questa la buona notizia data in conferenza stampa dal presidente della Lombardia Attilio Fontana e dai suoi assessori Gallera e Foroni. “In provincia di Lodi si registrano solo 35 casi in più di ieri”, ha detto Gallera, mentre Foroni ha sottolineato: “Solo 0.06 per cento della popolazione ha sgarrato alle regole ferree. Ciò significa che queste regole funzionano”.
A cura di Filippo M. Capra
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"Dai dati che abbiamo esaminato legati alla ex zona rossa, quella è l'unica area in cui l'evoluzione dell'infezione si sta invertendo. Si sta riducendo e va a una velocità diversa rispetto a tutto il resto della regione". Ha esordito così il presidente della Lombardia Attilio Fontana nell'odierna conferenza stampa a Palazzo della Regione, dando una buona notizia, frutto del totale isolamento cui la zona è stata sottoposta nelle ultime due settimane.

Nell'ex zona rossa solo 35 casi in più di contagio da Coronavirus in 24 ore

Il dato analizzato poi anche dall'assessore al Welfare Giulio Gallera, è molto importante e fa ben sperare il resto del Paese, ora costretto alle medesime restrizioni dopo il decreto firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Nella provincia di Lodi si sono registrati solo 35 casi in più rispetto a ieri, lunedì 9 marzo", ha detto Gallera in conferenza stampa, confermando quanto sostenuto da Fontana poco prima. Questo dato va a configurarsi come l'esito positivo dell'osservanza al totale divieto di circolazione nei 10 comuni del Lodigiano inizialmente maggiormente colpiti dall'emergenza Coronavirus. Come spiegato successivamente dall'assessore Foroni, "solo 0.06 per cento dei cittadini della ex zona rossa ha sgarrato. Il che significa che la quasi totalità della popolazione ha seguito le regole ferree che le sono state imposte, e che queste regole ferree abbiano funzionato. Penso – ha poi detto – che possa essere un esempio per il loro funzionamento e per il senso di responsabilità" a cui ora tutti gli italiani sono chiamati, dopo l'istituzione di una zona rossa che comprende l'intero territorio italiano. A Codogno, paese del "paziente uno", ci sono stati appena cinque nuovi contagi. Il sindaco di Lodi, nonché presidente della provincia lodigiana, Francesco Passerini, ha commentato: "Siamo particolarmente felici di questo che ci sembra un grande risultato. Voglio dire che noi la quarantena l'abbiamo fatta seriamente, in zona rossa. Per questo adesso assistiamo al calo che speravamo".

La Lombardia chiede misure ancora più dure: Chiudere tutto per 15 giorni

Ma nonostante le già regole rigide rivolte dapprima solo alla Lombardia, e poi a tutto il Paese, Fontana e Gallera, d'accordo con i sindaci dei capoluoghi lombardi, hanno chiesto "misure ancora più dure come la chiusura di tutte le attività commerciali", la sospensione dei servizi di Trasporto pubblico locale, "perché è un mezzo di diffusione del virus", e la chiusura di quelle aziende la cui attività può essere sospesa, tenendo aperte "quelle essenziali, come alimentari, energetica, rifiuti e farmaceutica". Al Governo è stata quindi inoltrata una lettera sottoscritta da tutti i sindaci delle grandi città: "La sensazione – ha detto Fontana – è che ancora, presso i colleghi delle regioni, non sia ben chiara la reale situazione che viviamo qui. Il sistema sanitario inizia ad essere vicino ad un momento di difficoltà e dobbiamo invertire la tendenza", ha poi chiosato il presidente lombardo.

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