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Coronavirus, nella casa di riposo a Lodi morti 43 anziani in un mese: “Nessuno viene a fare tamponi”

Almeno 43 gli anziani morti all’interno della casa di riposo di Lodi Fondazione Santa Chiara: la denuncia arriva dai sindacati che puntano il dito contro la mancata tutela degli operatori che lavorano al suo interno. “Non vengono a fare tamponi ai nostri pazienti – spiega il direttore sanitario – cerchiamo di predisporre le misure di sicurezza più elevate per chi assiste i nostri ospiti”
A cura di Redazione Milano
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Sarebbero 43 gli anziani morti dal 20 febbraio a Santa Chiara, casa di riposo di Lodi. La denuncia arriva dai sindacati che parlano di una situazione che mette tristezza, sì perché molti degli ospiti della Fondazione sono tutt'ora in cura all'interno della struttura e non si sa se positivi al coronavirus. Secondo quanto riportato dal Cittadino di Lodi infatti ai pazienti non viene effettuato alcun tampone come spiegato dal direttore sanitario della struttura, il dottor Domenico Furiosi: "Non possiamo fare i tamponi, purtroppo. Li fanno eseguire solo in pronto soccorso. Forse ora la Regione li sbloccherà e comincerà a farli agli operatori che, non sapendo di essere eventualmente positivi, possono contagiare gli ospiti – spiega – la fragilità degli anziani, in Rsa, ma anche a casa, è tale che basta una normale influenza a mietere vittime".

Sindacati: Tutelare gli operatori sanitari all'interno della struttura

Secondo il direttore sanitario i decessi sarebbero inferiori rispetto a quelli denunciati dai sindacati: molti riguardano pazienti in cure palliative, altri invece sono stati oggetto di febbri e difficoltà respiratorie. Ma il dubbio resta e ora il problema sembra spostarsi su chi assiste gli ospiti della struttura come spiegato dalla rappresentante della Uil Rosy Messina: "Per quanto ci riguarda vorremmo chiedere che siano assegnate mascherine più sicure e maggiori dispositivi al personale. Hanno distribuito da poco le mascherine più protettive, ma prima hanno utilizzato sempre quelle chirurgiche – spiega – le operatrici sono per la maggior parte donne, con una media di 50 anni". E mentre si tenta di tutelare anche la salute di chi lavora quotidianamente a contatti con i pazienti della Fondazione ancora una volta viene sollevato il problema di anziani che muoiono lontano dai famigliari: gli unici a poter fare da tramite sono proprio gli assistenti della struttura che fanno un lavoro enorme. "La situazione è pesante per tutti, anche perché questi anziani muoiono soli – spiega Furioni – noi cerchiamo, almeno, di far comunicare gli ospiti, con i famigliari, attraverso i tablet, con delle videochiamate". La Residenza sanitaria Santa Chiara ha scritto in queste ore una lettera ai parenti degli ospiti per informarli in merito alla situazione in atto. «La preoccupazione dei parenti è tanta», annota il medico Furiosi.

Nel Cremonese 21 anziani morti in un mese: tamponi su pazienti e operatori

Una situazione simile è stata denunciata anche dal sindaco del comune del Cremonese di Stagno Lombardo dove sarebbero 21 le morti registrate nell'ultimo mese all'interno della casa di riposo cittadina: "Su 70 persone ricoverate sono morti 21 anziani – scrive il primo cittadino Roberto Mariani – per questo ho chiesto agli organi competenti che vengano effettuati tamponi su pazienti e operatori della casa di riposo del paese. Un modo per continuare ad operare in tutta tranquillità e sicurezza", ha concluso.

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