Coronavirus, l’emergenza cancella l’happy hour a Milano: Navigli deserti
Navigli deserti, così come le Colonne di San Lorenzo. Due dei luoghi simbolo della movida a Milano risentono dell'emergenza Coronavirus. L'ordinanza del governatore lombardo Attilio Fontana ha infatti disposto, oltre alla chiusura di scuole, università e musei, anche quella di bar e pub dopo le ore 18. Andando così a colpire quello che è un rito simbolo del capoluogo lombardo, l'aperitivo. Niente happy hour o "ape", dunque, a partire da domani: un altro evidente segno dell'eccezionalità di una situazione che a questo punto in pochi si aspettavano. Dalle 18 di ieri i luoghi simbolo della movida si sono progressivamente svuotati, dopo che bar e pub hanno abbassato le saracinesche.
Chiuso anche il Camparino in Galleria: deserta via Sarpi
Non solo i Navigli e la zona di Porta Ticinese, dove si trova tra l'altro lo storico bar Rattazzo: anche i locali più famosi del centro, come il Camparino nella Galleria Vittorio Emanuele II o il bar Magenta nell'omonimo corso, hanno chiuso. Ma anche la dinamica via Paolo Sarpi, al centro della Chinatown milanese, si è svuotata: in questo caso tanti esercenti hanno scelto spontaneamente di chiudere, al di là delle ordinanze. Gli unici esercenti che hanno animato la movida notturna di Milano nella serata di ieri sono stati i baracchini mobili che vendono la birra e quei locali che hanno la doppia licenza, come bar e ristoranti: come ha precisato ieri l'assessore al Welfare Giulio Gallera, infatti, l'ordinanza non prevede la chiusura dei ristoranti. "Salvi" dall'obbligo di abbassare la clair sono anche i bar all'interno degli hotel (ma solo per i clienti degli stessi hotel) e quelli all'interno dei ristoranti, ma solo a supporto dell'attività del locale per i clienti.
In Lombardia oltre 200 casi di Coonavirus
In Lombardia i casi di persone positive al Coronavirus hanno ormai superato i 200, arrivando a 206. Si tratta della regione più colpita in Italia: qui si sono verificati purtroppo anche sei dei sette decessi complessivi. Le persone morte erano tutte anziane con un quadro clinico già compromesso. L'unico focolaio lombardo individuato finora è quello nel Lodigiano, con epicentro a Codogno: sono dieci in totale i Comuni inseriti in una "zona rossa" e completamente isolati.