Coronavirus, la denuncia di una donna in Val Seriana: “Papà morto solo come un cane, non è giusto”
"Non era giusto che papà morisse così, solo come un cane. Perché sono morti come dei cani, un numero in mezzo a tanti altri. E la gente ancora dice che erano vecchi e malati. Ero mio padre e non era vecchio e non era malato". È il racconto di Roberta Zaninoni che, in un'intervista all'agenzia Alanews, ha denunciato il dramma delle famiglie delle migliaia di vittime del coronavirus in Lombardia e soprattutto nella provincia di Bergamo.
La Val Seriana è in ginocchio e la vita in moltissimi comuni si è ridotta a un continuo conto dei deceduti. "Abbiamo vissuto il nostro lutto da soli, non abbiamo visto niente. Quando è arrivato l'addetto delle pompe funebri a mezzanotte del 13 marzo ha detto a mio fratello ‘passeranno due o tre settimane prima che riusciamo a cremarlo, solo oggi ho chiuso 63 bare'. Era lì in mezzo agli altri morti, tra le altre casse, a fatica si capiva chi è chi", ha ricordato la donna, figlia di Giuseppe, morto ad Alzano Lombardo per il covid-19.
Nelle valli bergamasche si sentono solo le sirene delle ambulanze e le campane che suonano a lutto. "Questa è la situazione della Val Seriana. Non so se la gente se ne rende conto. Stanno morendo tutti. È morto il sindaco del mio paese, un uomo che stava bene. Ho amici che hanno i genitori malati o chiusi in casa terrorizzati. Tutti hanno paura di morire", prosegue il racconto della donna, "faccio minimo 10 condoglianze al giorno ad amici e conoscenti". Infine la domanda che tutti, da queste parti, si stanno ponendo. "Perché non hanno fatto la zona rossa nella nostra valle? Perché sono dovuti morire i nostri nonni e i nostri papà?"