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Coronavirus, inaugurato l’ospedale da campo a Cremona: “Un raggio di luce dopo un mese difficile”

A Cremona è stato inaugurato l’ospedale da campo realizzato con l’aiuto della ong americana Samaritan’s Purse che consentirà alla Lombardia di beneficiare di ulteriori 60 posti letto di cui 8 in terapia intensiva. “Un raggio di sole dopo un mese in cui in Lombardia è cambiato molto e si è scoperta fragile”, ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera.
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A cura di Filippo M. Capra
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Gallera inaugura l'ospedale da campo a Cremona
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A Cremona è stato inaugurato l'ospedale da campo realizzato con l'aiuto della ong americana Samaritan's Purse che consentirà alla Lombardia di beneficiare di ulteriori 60 posti letto di cui 8 in terapia intensiva. L'organizzazione d'oltreoceano è arrivata in Italia con una delegazione di 60 persone che aiuteranno i medici dell'ospedale di Cremona.

Il vice presidente della Samaritan's Purse: Un privilegio aiutarvi

Poco prima dell'inaugurazione, un emissario della Samaritans' Purse ha mandato un video del vice presidente delle operazioni, dei programmi e delle relazioni governative della ong Ken Isaacs: "Aprendo l'ospedale da campo qui a Cremona – ha detto Isaacs – vorrei esprimere la mia profonda gratitudine per tutti coloro coinvolti a realizzare il progetto in modo così veloce. Dai ragazzi dell'Esercito a quelli dell'Ambasciata: vorrei ricordarli tutti. Per noi è un privilegio e un onore potervi aiutare nel nome di Cristo in questo momento di crisi così come stiamo cercando di fare in tutto il mondo per aiutare le vittime da Coronavirus. Grazie per tutto quello che state facendo e per quello che farete".

Gallera: La Lombardia si è scoperta fragile

Poi ha preso la parola l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera: "Per noi è una delle giornate più belle, un raggio di sole dopo un mese in cui in Lombardia è cambiato molto. Esattamente un mese fa avevano la notizia del primo positivo al Coronavirus. In un mese siamo a 19mila positivi, ormai ogni giorno perdiamo i conti. Un numero importantissimo di persone ricoverate. Da quel momento la Lombardia si è scoperta diversa, ha scoperto una fragilità che è degli esseri umani ma anche una grande forza di reazione". Gallera ha poi continuato spiegando che per lui "è la prima volta essere in un ospedale da quel momento, perché abbiamo lavorato e diretto tutto dentro la nostra Unità di crisi che ringrazio veramente in maniera commossa. Così come i medici e gli infermieri che in questo presidio, così come negli altri presidi di frontiera di Crema, Lodi, Bergamo e Brescia, stanno resistendo con i denti e con le unghie facendo un lavoro al di là dell'umano. Il primo ringraziamento commosso oggi va a quegli uomini e a quelle donne oggi rappresentati dal direttore generale. Io poi andrò dentro a salutarli e a ringraziarli".

Terapia intensiva ingrandita: Forza di resistenza oltre l'umano

Le parole di Gallera sono colme di orgoglio per quanto fatto dalla Regione in questo mese complicato: "La Lombardia ha dimostrato di avere una forza di resistenza oltre l'umano. Avevano 724 posti letto in terapia intensiva e oggi ne abbiamo 1250 e stanno crescendo ancora praticamente con gli stessi uomini. Qualcosa che non avremmo mai pensato potesse essere. Abbiamo riconvertito i nostri ospedali con una grande velocità. Abbiamo pediatri che fanno i corsi per diventare pneumologi. Ieri ero al San Paolo e c'erano tutti che stavano andando in Aula Magna per imparare come si mette un Chip up. Questa è la straordinarietà della nostra regione che ha visto gli amministratori locali in prima linea cercare di dare delle risposte ai cittadini, a venire a dare conforto ai nostri medici, a fare squadra".

I cittadini devono vincere la battaglia restando a casa

Con loro, c'è la lotta quotidiana anche della popolazione, chiamata a rinunciare alla propria vita di sempre per vincere una guerra per la quale non c'è ancora una soluzione garantita, un vaccino: "Accanto a questo anche una società che ha dato il meglio e che deve combattere la propria battaglia, perché questa battaglia la vincono i singoli cittadini. Non c'è una cura, come si sa, non c'è un farmaco che ci garantisce di uscirne, non c'è un vaccino, e quindi la battaglia la devono combattere i singoli cittadini rimanendo a casa e mantenendo un comportamento responsabile. E poi abbiamo chi in queste settimane ha voluto dare qualcosa di importante: l'hanno fatto con tante donazioni". Nonostante gli sforzi di tutti, però, è "chiaro che poi le forze mancano, anche fisiche, quando stai giorni e giorni a lavorare e il morale si fiacca quando vedi giorno per giorno che quella maledetta linea non scende. E quando chiedi se c'è una riduzione nei pronti soccorsi la risposta è "no". C'è sempre qualcosa in più. In quel momento, alcuni giorni fa, abbiamo avuto grazie alla Protezione civile e al ministro Speranza una notizia che ci ha aperto il cuore: l'aiuto in arrivo della Samaritan's Purse che ha mandato un messaggio sociale fortissimo che ci commuove molto. Sapere che loro sono qua in un momento in cui abbiamo una penuria pazzesca di uomini e donne qualificate, avere un ospedale che apre 60 posti letto di cui 8 in terapia intensiva, ed offrire una speranza di vita enorme che rimangono ore in un pronto soccorso, è un segnale straordinario. Grazie perché quello che fanno rimarrà indelebile nel nostro cuore e nella nostra memoria".

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