Coronavirus, il sindaco di Alzano: “In tre settimane 50 morti: servivano misure rigide, ora è tardi”
"La situazione è critica, l'aumento dei casi che si registra a livello provinciale è proporzionale anche sul nostro comune. Il dato più forte che abbiamo è quello dei decessi. Sono morte 50 persone in tre settimane. Il numero dello scorso anno nel medesimo periodo era di 8″. Il sindaco di Alzano Lombardo, Camillo Bertocchi, non può fare a meno di guardarsi indietro e ripensare a come sarebbe andate se, fin dal primo giorno, nel suo comune e negli altri della Bergamasca colpiti con forza dall'epidemia di coronavirus si fossero prese decisioni e misure drastiche. Intervistato da Fanpage.it, il primo cittadino osserva: "La situazione ormai è compromessa, possiamo solo sperare di rallentare il contagio. La partita vera l'abbiamo giocata nella prima settimana. Il punto era il mantenimento di misure rigide, come avevamo chiesto noi sindaci. Non ci hanno ascoltati".
Come sta rispondendo ora la città?
Abbiamo vissuto queste tre settimane in modo diverso. La prima è stata l'inizio di un incubo, quella del grande spavento e della richiesta di misure forti, da subito, perché avevamo capito la serietà della situazione e volevamo provvedimenti radicali per uscirne il prima possibile. La seconda è stata quella dell'incertezza, perché il governo non decideva sul tipo di misure da adottare nel nostro comune e questo ha creato tensione e, in un certo senso, ci ha distratti da quella che era la missione principale, e che continua a esserlo, cioè il contenimento dei contagi. La terza settimana, quella appena conclusa, la definirei quella della consapevolezza perché tutti hanno capito la gravità della situazione. Il rispetto dei limiti posti avviene in modo rigoroso nella nostra città.
Il progetto di creare una zona rossa con misure più restrittive è ancora sul tavolo?
Noi non abbiamo nessuna informazione e questa è la parte che fa più male. Ovviamente ci affidiamo a quello che la comunità scientifica indicherà e il governo deciderà, però è importante che noi siamo messi al corrente in modo tempestivo. Sarebbe buona cosa che anche il territorio fosse interpellato, anche noi potremmo portare le nostre idee. Confrontarsi è fondamentale e poteva esserlo nelle battute iniziali di questa emergenza.
Quali sono le vostre proposte che sono rimaste inascoltate?
Il punto era il mantenimento di misure rigide. Ma la partita l'abbiamo giocata nella prima settimana. Noi sindaci avevamo da subito indicato la linea dura, invece forse non si è compreso all'esterno che la situazione era così seria. Noi abbiamo emanato delle ordinanza urgenti che stringevano di molto i divieti, mentre nei territori vicino a noi si diceva ‘usciamo, dobbiamo riprenderci le città'. È in quel momento che ci siamo giocati la tempestività che in questi casi invece deve essere al primo posto. Adesso mi pare che la situazione sia compromessa, non è più così facile circoscrivere il problema, possiamo solo provare a rallentarlo.
Con un numero così alto di vittime la gestione delle salme e dei funerali è un problema?
È una difficoltà per le famiglie di Alzano perché il forno crematorio di Bergamo è congestionato e non riesce a seguire il ritmo di questi decessi. Anche le agenzie funebri non sono attrezzate per sopportare un carico così importante di lavoro. Mancano i dispositivi di protezione individuale. Queste cose rendono la situazione complicata.
Alcuni medici hanno osservato che nella zona di Alzano si sono verificate polmoniti forti già nei mesi scorsi. Che idea si è fatto?
Anche io ho sentito questa cosa e per curiosità ho provato a verificare i dati dei decessi dei mesi di dicembre, gennaio e febbraio e sono perfettamente in linea con quelli degli anni passati. Questo per dire che se ci fosse stato già prima, un segnale probabilmente nei numeri lo avremmo avuto. Oggi il dato è decisamente marcato, se fosse circolato prima i numeri darebbero qualche evidenza.
Quando potrebbe iniziare a scendere la curva dei contagi?
L'idea che abbiamo è che la situazione possa iniziare a migliorare nel corso di questa settimana. Questa è soprattutto la speranza, perché abbiamo bisogno di segnali positivi anche per il morale. È la quarta settimana che stiamo vivendo così ed è difficile, è molto difficile.