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Coronavirus, Gori spegne il Wifi pubblico: “Capannelli di persone sotto gli hotspot. State a casa!”

“Nuova necessaria chiusura a Bergamo. Oggi abbiamo dovuto spegnere il Wifi pubblico in tutti gli spazi aperti. Si formavano infatti capannelli di persone nei pressi degli hotspot che ripetono il segnale. Io non so più come dirlo: STATE A CASA!”. Questo l’ennesimo appello del sindaco di Bergamo Giorgio Gori nel richiamare i propri concittadini a un comportamento più responsabile per limitare la diffusione del Coronavirus.
A cura di Filippo M. Capra
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Giorgio Gori è esausto della gente che continua ad andare in giro senza validi motivi per la sua Bergamo. Non bastano le notizie e le testimonianze degli uomini del personale sanitario dell'ospedale Papa Giovanni, secondo le quali il nosocomio è allo stremo delle forze, a convincere parte della popolazione orobica a chiudersi in casa. Come pare non bastare il decreto del Governo Conte e il dispiego di forze dell'ordine per formare posti di blocco mobili e denunciare chi viola le norme.

Gori spegne il Wifi pubblico: State a casa!

A Bergamo, nonostante tutto ciò, e così come a Milano, ci sono ancora diverse persone che lasciano il proprio domicilio senza doversi recare altrove per lavoro o per fare la spesa o, ancora, per emergenze. E uno di questi motivi non validi per uscire di casa, è la ricerca del wifi pubblico. Assembramenti di persone che si recano sotto alle centraline per usufruire della rete internet comunale, rischiando di diffondere ulteriormente il Coronavirus. Per questo, il sindaco Giorgio Gori ha annunciato nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì 16 marzo, di aver fatto spegnere il wifi pubblico. La comunicazione è arrivata direttamente dal suo profilo Twitter: "Nuova necessaria chiusura a Bergamo – scrive il primo cittadino -. Oggi abbiamo dovuto spegnere il Wifi pubblico in tutti gli spazi aperti. Si formavano infatti capannelli di persone nei pressi degli hotspot che ripetono il segnale. Io non so più come dirlo: STATE A CASA!", ha scritto un po' scocciato del comportamento dei concittadini.

Troppi decessi, il forno crematorio non basta più: Salme trasferite altrove

A Bergamo, nel frattempo, si sta vivendo un'altra emergenza: quella legata alla cremazione delle salme. Sono troppi i decessi per Coronavirus, e nemmeno il forno crematorio della città riesce a operare efficacemente. La situazione è grave nella provincia più colpita d'Italia per numero di contagi, tanto che lo stesso Giorgio Gori – intervenendo a "Che tempo che fa" – ha dichiarato che ci sono "circa 50 decessi al giorno, 300 solo nell'ultima settimana". Il primo cittadino di Bergamo ha poi evidenziato come la città orobica stia facendo fatica a cremare tutte le salme: "Tante sono state spedite in altri luoghi – ha detto il sindaco -. Il forno della città di Bergamo non è in grado di smaltire tutto il lavoro che deve fare; questo non per dare particolari truculenti ma per farvi capire la fatica, la sofferenza. Sono amici che muoiono, conoscenti, colleghi". Ha chiosato poi Gori.

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