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Coronavirus, a Milano due magistrati positivi al tampone: sono ricoverati al Sacco

Due magistrati del Palazzo di giustizia di Milano sono risultati positivi al test del coronavirus e sono ora ricoverati in buone condizioni all’ospedale Sacco. Il tribunale milanese è sempre rimasto aperto durante l’emergenza. I processi sono andati avanti con alcuni accorgimenti per ridurre il rischio di contagio, che evidentemente non sono stati sufficienti.
A cura di Simone Gorla
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Due magistrati del Palazzo di giustizia di Milano sono risultati positivi al test del coronavirus. I due, marito e moglie, sono ricoverati in buone condizioni all'ospedale Sacco.

Milano, contagiati anche due magistrati

Nei giorni scorsi aveva fatto discutere la decisione dei vertici del Tribunale di tenere aperte le porte, con alcuni accorgimenti precauzionali, per non fermare i processi. Le udienze sono quindi proseguite, ma con l'accesso consentito solo "alle persone strettamente necessarie". Le misure non sono bastate però a evitare che il contagio arrivasse anche al Palazzo di giustizia, dove transitano in media settemila persone al giorno tra addetti ai lavori e pubblico.

Squadre al lavoro per sanificare gli ambienti

"Non stanno male" ha riferito all'Ansa il presidente del Tribunale milanese, Roberto Bichi. Uno dei due ha qualche linea di febbre. Non ci sono zone evacuate, ma sono stati chiusi alcuni uffici e alcune aule di udienza. Sono in arrivo le squadre per sanificare gli ambienti frequentati dai magistrati risultati positivi al test. Autoisolamento per una trentina di persone: si tratta di magistrati e personale amministrativo che hanno avuto contatti con loro.

Il tribunale di Milano è rimasto aperto

Dopo i primi provvedimenti adottati da Regione Lombardia e ministero della Salute per provare a ridurre il contagio, la Camera penale di Milano aveva chiesto al presidente della corte d'appello, Marina Anna Tavassi, e al presidente del tribunale Roberto Bichi di adottare i provvedimenti necessari e "richiedere all'autorità competente la immediata sospensione dell'attività giudiziaria non urgente".

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