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Coronavirus a Milano, aumentano i contagiati: quasi mille casi, più 333 in un giorno

Aumentano i casi di coronavirus a Milano. Sono quasi mille contagiati di cui 359 in città, con un’accelerata di 333 pazienti positivi in un giorno. Un campanello d’allarme per la metropoli, che solo negli ultimi giorni sta osservando le misure restrittive imposte dalle autorità, mentre fino allo scorso weekend moltissimi cittadini affollavano i parchi e i locali. “Non vogliamo fermare il cuore della Lombardia, ma dobbiamo rallentarlo”, ha spiegato l’assessore al Welfare, Giulio Gallera. “Per la città di Milano facciamo gli scongiuri ma occorre stare estremamente attenti, identificare subito i focolai e circoscriverli”, aveva avvertito il virologo Massimo Galli.
A cura di Simone Gorla
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Quasi mille contagiati di cui 359 in città. Un aumento di 333 casi positivi in un solo giorno. Il coronavirus è sempre più minaccioso anche a Milano, dove nelle ultime ore il numero dei malati si è impennato portato il totale a 925L'ultimo bilancio del contagio in Lombardia comunicato dall'assessore al Welfare, Giulio Gallera, vede l'area milanese al terzo posto per numero di nuovi casi dopo Brescia e Bergamo. "La città metropolitana che conta più di 3 milioni di abitanti vede un aumento di 333 nuovi casi" rispetto a ieri, ha sottolineato l'assessore.

A Milano quasi mille contagiati, 359 in città

In città i casi sono passati da 246 a 359 in un giorno. Si tratta di numeri ancora relativamente bassi per una grande metropoli come Milano, ma è un campanello d'allarme significativo. Fin dalle prime ore di emergenza, dopo la scoperta del primo caso italiano a Codogno la sera del 21 febbraio, le autorità hanno cercato di limitare il più possibile la diffusione del virus anche per preservare il capoluogo. È evidente a tutti che un focolaio milanese potrebbe avere conseguenze devastanti.

L'allarme dell'infettivologo: Per Milano facciamo gli scongiuri

Per la città di Milano facciamo gli scongiuri ma occorre stare estremamente attenti, identificare subito i focolai e circoscriverli”, aveva avvertito il virologo Massimo Galli, primario dell'ospedale Sacco di Milano, una settimana fa. Purtroppo il suo appello non è stato ascoltato e nel weekend la città ha vissuto fin troppo nella "normalità", con molte persone al parco e nei locali. Solo con i decreti del governo che hanno istituito la "zona protetta" in Lombardia e poi a livello nazionale la situazione è cambiata.

Gallera: Rallentiamo il cuore della Lombardia

Solo i prossimi giorni potranno dire se la chiusura della città sia avvenuta troppo tardi. L'assessore Gallera ha inviato a non guardare ai dati giornalieri, per quanto preoccupanti, ma di analizzare il trend. Ha poi aggiunto che per soffocare e rallentare il virus sono necessarie misure più drastiche, come chiesto dalla giunta regionale al governo: "Non vogliamo fermare il cuore della Lombardia, ma dobbiamo rallentarlo, abbiamo bisogno di farlo per rallentare la crescita del virus", ha affermato.

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