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Coronavirus, a Coccaglio tre sorelle muoiono lo stesso giorno: erano ospiti di una casa di riposo

Si chiamavano Adele, Elvira e Luisa Tedeschi le tre sorelle di Coccaglio, nel Bresciano, morte a distanza di poche ora l’una dall’altra: erano ospiti della casa di riposo del paese dove sono almeno cinque i morti accertati per coronavirus, ma i decessi registrati negli ultimi giorni sono 24. Anche a Chiari, uno dei comuni più colpiti, i decessi continuano a salire.
A cura di Chiara Ammendola
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Quello delle case di riposo nell'emergenza coronavirus è un tema la cui portata sembra crescere di giorno in giorno, i decessi di anziani ospiti delle Rsa aumentano in molte città d'Italia. Le denunce si susseguono: "Nessuno viene sottoposto a tampone e i dispositivi di protezione individuale non bastano per tutti", scrivono i direttori sanitari. E intanto si registrano nuovi casi, come quello di Coccaglio, comune del Bresciano, dove sarebbero 24 le persone morte dall'inizio della pandemia, di queste però solo cinque sarebbero state accertate ufficialmente dall'Ats di zona come decessi per coronavirus.

Un dramma che ha visto coinvolte anche tre sorelle, morte nella stessa giornata a distanza di poche ora l'una dall'altra: si chiamavano Adele, Elvira ed Luisa Tedeschi, ed era tutte ultra novantenni. Come riportato da BresciaOggi erano ospiti della casa di riposo gestita dalla Fondanzione Pompeo  e Cesare Mazzocchi Onlus. Una tragedia familiare che ha sconvolto la piccola comunità di Coccaglio, paese del Bresciano dove sono già 66 i casi positivi di coronavirus dall'inizio della pandemia e 11 i decessi. Anche a Chiari, altro comune in provincia di Brescia, sono almeno 180 le morti registrate dall'inizio della pandemia, tra quelle avvenute in ospedale e in casa. Anche in questo caso restano da chiarire i decessi avvenuti nella casa di riposo Cadeo che conta 130 ospiti: l'appello è giunto direttamente al sindaco della città al quale è stato chiesto di diffondere in maniera ufficiale i decessi avvenuti a Chiari, sia quelli per coronavirus che non: "Lo Stato Civile non può essere un caveau segreto, tanto più che i dati consentirebbero ai cittadini di essere ancora più prudenti", spiega un consigliere.

Solo qualche giorno fa, l'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, il professore Massimo Galli aveva proposto tamponi a tappeto proprio in tutta la provincia di Brescia: "Serve un’indagine epidemiologica casa per casa, quartiere per quartiere. Bisogna sostenere le migliaia di persone che sono contagiate e che però sono a casa e che magari non lo sanno di essere positivi e continuano ad infettare – le parole del primario – gran parte dei contagi avvengono in contesti famigliari come ovvio che sia vista la vicinanza tra le persone, uno rimane infettato e contagia tutti gli altri". La provincia di Brescia è la terza più colpita d'Italia dietro Bergamo e Milano.

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