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Corona, è il giorno dell’interrogatorio: “Risponderà al giudice”

Fabrizio Corona risponderà al giudice. Lo ha assicurato il suo legale, Ivano Chiesa, entrando nel carcere milanese di San Vittore, dove questa mattina sono in programma gli interrogatori di garanzia per Corona e la sua collaboratrice Francesca Persi. L’avvocato della donna ha spiegato: “In Italia nelle discoteche gira molto nero”.
A cura di Francesco Loiacono
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È il giorno degli interrogatori di garanzia per Fabrizio Corona e Francesca Persi, arrestati tre giorni fa per intestazione fittizia di beni. L'avvocato dell'ex re dei paparazzi, Ivano Chiesa, entrando nel carcere milanese di San Vittore ha risposto così ai cronisti: "Certo che parlerà". Lo aveva già affermato ieri, quando aveva detto che Corona, nonostante non dormisse e mangiasse poco nella sua cella (dove si trova in isolamento e sorvegliato a vista 24 ore su 24), avrebbe spiegato al giudice Paolo Guidi la provenienza degli 1,7 milioni di euro sequestrati nel controsoffitto dell'abitazione della Persi, sua collaboratrice e – secondo gli inquirenti – anche prestanome.

La linea difensiva, anche questa già ribadita dall'avvocato Chiesa, è che quei soldi, insieme agli altri che sarebbero stati portati in Austria dalla Persi (si parla di 1,5 milioni, ma la difesa della donna smentisce) siano compensi in nero per le sue serate nei locali, sui quali Corona vorrebbe pagare le tasse, essendo ancora in tempo per farlo.

Il legale di Francesca Persi: "Nelle discoteche gira molto ‘nero'"

Sempre questa mattina sarà interrogata anche Francesca Persi. Il suo avvocato, Cristina Morrone (dello stesso studio di Ivano Chiesa), ai cronisti assiepati davanti al carcere ha affermato: "Purtroppo in Italia nelle discoteche e nei locali gira molto ‘nero' per i pagamenti e quei soldi sequestrati sono il ‘nero' della società Atena (di cui la Persi è amministratrice di fatto)". Sarà anche la linea difensiva che verrà tenuta davanti al giudice: "Spiegheremo tutto al gip, anche su quei viaggi in Austria perché la cifra che è emersa non è quella corretta". Secondo il legale le accuse alla Parsi e allo stesso Corona sono state pompate. Critiche anche sull'esigenza di custodia cautelare: "Assurda per un reato che ha pene dai 2 ai 5 anni".

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