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Coppia dell’acido: Stefano, il ragazzo sfregiato, mostrerà in tribunale il suo viso

Stefano Savi, una delle presunte vittime della coppia dell’acido formata da Alexander Boettcher e Martina Levato, nel corso della prossima udienza del nuovo processo a loro carico si mostrerà in tribunale a volto scoperto: “Voglio che tutti si rendano conto di quello che mi hanno fatto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Si chiama Stefano Savi, ha 25 anni ed è una delle presunte vittime del sodalizio criminale formato da Alexander Boettcher, Martina Levato e Andrea Magnani. Stefano ha avuto il triste primato di essere stato il primo ragazzo sfregiato con l'acido solforico, stessa sostanza con la quale, secondo l'accusa, la coppia dell'acido e il loro complice hanno cercato di colpire il fotografo Giuliano Carparelli. E stessa, diabolica, sostanza con la quale, in questo caso secondo il primo grado di giudizio, Boettcher e Levato hanno aggredito Pietro Barbini nel dicembre 2014, venendo condannati per questo a 14 anni di carcere.

Coppia dell'acido: Stefano, il ragazzo sfregiato, mostrerà il suo viso al processo

Il prossimo 16 settembre entra nel vivo il processo-bis a carico dei tre, accusati di associazione a delinquere. Mentre l'attenzione mediatica sembra essere stata catalizzata dalla nascita di Achille, figlio di Alexander e Martina, a riportare il focus sulle vittime della lucida follia criminale dei tre ci ha pensato il 25enne Savi. Dopo un'intervista nella quale i familiari denunciavano il dolore procurato al figlio, adesso è lo stesso Stefano che, al Corriere della sera, annuncia la sua decisione: presentarsi in tribunale il 16 settembre, mostrandosi a volto scoperto: "Voglio che tutti si rendano conto di quello che mi hanno fatto".

Coppia dell'acido, il 16 settembre riprende il processo

Stefano, i cui legali hanno già chiesto 3 milioni di euro di risarcimento, dal momento dell'aggressione, avvenuta in via Quarto Cagnino, a Milano, lo scorso 2 novembre, ha subito un vero e proprio calvario. Fatto di 15 operazioni chirurgiche, impossibilità di esporsi ai raggi solari, maschere da indossare sul viso anche per 20 ore al giorno. Tutto perché, secondo l'accusa, sarebbe stato scambiato dai tre per Carparelli, vero obiettivo. "Non sono certo io che mi devo vergognare – ha spiegato il ragazzo -. Forse scoprendomi la faccia, facendomi guardare, provocherò qualche emozione, in aula. Non spero in una confessione, ma esigo la verità".

Saranno i giudici a stabilire ruoli e responsabilità nella vicenda. Boettcher e Levato si sono finora sempre difesi, ma l'accusa disporrebbe di molti indizi a sostegno delle proprie tesi, nonché della testimonianza del complice della coppia, Magnani.

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