Coppia dell’acido: Martina rivede il figlio Achille dopo una settimana
Dopo una separazione forzata durata una settimana, Martina Levato ha potuto riabbracciare suo figlio Achille. La studentessa bocconiana, condannata a 14 anni per l'aggressione a colpi di acido a Pietro Barbini, e il suo bambino, nato a Ferragosto dalla relazione con Alexander Boettcher – anche lui condannato alla stessa pena per lo stesso episodio -, si sono incontrati all'interno di una sala del carcere di San Vittore, dove Martina è detenuta, e da dove era uscita solo per pochi giorni a cavallo del parto. Mamma e figlio, così come stabilito dai servizi sociali ai quali è temporaneamente affidato il bambino, non erano da soli: ad assistere al loro incontro anche assistenti sociali e uno psicologo. Martina e Achille sono rimasti insieme per un'ora: dopo, il neonato è stato riportato nella casa famiglia nella quale è momentaneamente ospitato.
Il futuro del bambino resta incerto: sia quello immediato, con i legali di Martina ancora in attesa di una decisione sulla richiesta di trasferire madre e figlio all'Icam, struttura di detenzione per madri detenute con figli, sia quello a lungo respiro. In questo caso bisognerà attendere la fine della procedura di adottabilità, nella quale sono entrati da poco anche il padre di Achille, Alexander, e la nonna paterna.
Processo-bis, i legali degli aggrediti protestano: "Troppi incontri"
Intanto, in vista del processo-bis nel quale la "coppia diabolica", insieme al complice Andrea Magnani, sarà chiamata a rispondere di associazione a delinquere e di altre aggressioni, i legali che rappresentano gli altri aggrediti – Stefano Savi, Giuliano Carparelli, Antonio Margarito – si sono lamentati per i troppi colloqui concessi a Levato e Boettcher. Erano stati autorizzati prima del parto, ma nessuno li ha revocati. Sei colloqui al mese, che secondo gli avvocati difensori potrebbero inquinare il processo in via di svolgimento: il rischio è che i due concordino una linea difensiva o uno dei due manipoli l'altro.