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Coppia dell’acido, Martina Levato: “Voglio poter essere una madre”

Alla vigilia del suo incontro con il figlio Achille, Martina Levato, condannata a 14 anni per l’aggressione con acido a Pietro Barbini insieme al complice e padre del bambino Alexander Boettcher, ha espresso attraverso i suoi legali la volontà di essere madre e di stare assieme a suo figlio il più possibile. Venerdì l’incontro.
A cura di Francesco Loiacono
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Alla vigilia del suo incontro con il figlio Achille, Martina Levato, la studentessa bocconiana condannata a 14 anni per l'aggressione con acido a Pietro Barbini, è tornata a parlare della sua voglia di maternità. Martina, che a Ferragosto ha dato alla luce il bimbo nato dalla relazione con il suo amante e complice Alexander Boettcher – anche lui condannato a 14 anni per lo stesso episodio -, avrebbe riferito al suo legale la sua volontà di poter "essere una madre" e di rimanere con il figlio il più possibile.

Parole che gli avvocati sperano di poter usare nel procedimento in corso al tribunale dei minori sull'adottabilità del piccolo, nel quale sono entrati ufficialmente anche il papà del bambino e la nonna paterna. Il procedimento dovrebbe terminare nei prossimi mesi (a fine settembre arriverà la relazione dei servizi sociali sulla famiglia di Achille): i legali sperano che i giudici ordinino una nuova perizia sulla capacità genitoriale di Martina, – "che ora è una persona diversa" – e non si limitino a quanto emerso nel corso del processo penale, nel quale il ritratto di Martina era stato quello di una persona distaccata, con scarsa empatia.

Venerdì l'incontro tra Martina e il figlio Achille

Intanto, venerdì è in programma l'incontro tra la ragazza e il figlio Achille, che avverrà in una stanza del carcere di San Vittore nel quale è detenuta la madre. La visita durerà circa un'ora: saranno presenti un educatore, un assistente sociale e uno psicologo. Dopo il bambino tornerà nella casa famiglia alla quale è stato provvisoriamente assegnato dal tribunale dei minori, che si deve ancora esprimere sulla richiesta della neomamma: essere trasferita insieme al figlio in una delle strutture dell'Icam, l’istituto a custodia attenuata per detenute madri con figli fino a tre anni.

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