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Coppia dell’acido, i periti: “Alex e Martina non in grado di crescere il proprio figlio”

Secondo alcune indiscrezioni, i periti nominati dal tribunale per i minorenni di Milano avrebbero giudicato Alex Boettcher e Martina Levato incapaci di crescere il proprio figlio Achille. I due, assieme al complice Andrea Magnani, sono stati condannati per le aggressioni con acido avvenute a Milano nel 2014: il tribunale deve esprimersi sul futuro del bambino, nato lo scorso agosto mentre i genitori erano già in carcere.
A cura di Francesco Loiacono
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Alexander Boettcher e Martina Levato non sarebbero in grado di crescere ed educare il loro figlio Achille. L'indiscrezione, riportata dal quotidiano La Repubblica, sarebbe l'esito delle perizie della neuropsichiatra Cecilia Ragaini e della psichiatra Simona Taccani, chiamate dal tribunale per i minorenni di Milano a decidere sulla "capacità genitoriale" della cosiddetta "coppia dell'acido" (ma i due si sono separati), artefice assieme al loro complice Andrea Magnani di una serie di aggressioni con l'acido avvenute a Milano nel corso del 2014.

Alex e Martina hanno sulle spalle due diverse condanne

Se sul fronte penale la vicenda processuale ha ormai raggiunto alcuni punti fermi (Alex e Martina sono stati condannati a 14 e 12 anni in secondo grado per l'aggressione a Pietro Barbini e a 23 e 16 anni in primo grado per quella a Stefano Savi e per il tentato agguato a Giuliano Carparelli), resta ancora aperta una partita importante. La coppia, infatti, ha un figlio, Achille, nato lo scorso agosto mentre entrambi i genitori erano in carcere a San Vittore. Martina è stata trasferita in ospedale giusto per partorire: dopo alcuni giorni è rientrata nel penitenziario. Lei e Alex hanno potuto incontrare loro figlio solo una volta alla settimana: per il resto del tempo il bambino, affidato temporaneamente alla tutela del Comune di Milano, ha vissuto finora in una casa protetta.

Anche i nonni del bambino non avrebbero capacità accuditiva

Al tribunale per i minorenni è in corso l'iter per stabilire se Achille dovrà essere adottato o potrà essere affidato a uno o a entrambi i genitori oppure ai nonni: ma su quest'ultima opzione adesso sembra gravare il responso dei periti nominati dal tribunale, che oltre ai genitori avrebbero riscontrato anche nei nonni del bambino la mancata "capacità accuditiva".

Se il parere negativo dovesse essere confermato, entro il 7 giugno i periti di parte dei genitori e del nonno del bambino potranno presentare le proprie osservazioni. Tutti i documenti saranno depositati entro il 14 giugno e, anche sulla base di questi elementi, si esprimeranno i giudici minorili: il futuro di Achille è nelle loro mani.

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