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Coordinava borseggiatori minorenni tra Milano e Roma: arrestata una donna con 36 identità

Una 31enne bosniaca è stata arrestata nel carcere di Rebibbia, a Roma, dove era detenuta per furto. Le indagini della procura di Milano l’hanno riconosciuta colpevole di una serie di furti commessi tra il 2001 e il 2014, per complessivi 11 anni e nove mesi di carcere. La 31enne aveva 36 diverse identità: oltre a rubare in prima persona, coordinava un gruppo di borseggiatori minorenni nomadi tra le stazioni di Roma e Milano.
A cura di Francesco Loiacono
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Un borseggio in metropolitana a Milano (Archivio)
Un borseggio in metropolitana a Milano (Archivio)

Era detenuta nel carcere di Rebibbia, a Roma. Ma presto una 31enne bosniaca, M.H., sarebbe tornata in libertà e, probabilmente con una nuova identità, avrebbe ripreso a svolgere la sua professione: quella di coordinatrice di borseggiatori minorenni. La 31enne, arrestata oggi dopo le indagini del sostituto procuratore della Repubblica di Milano Adriana Blasco, di alias ne aveva infatti ben 36.

La donna faceva la pendolare tra Roma e Milano, soggiornando nei campi nomadi di Baranzate e Tor dei Cenci. Nelle due città istruiva gruppi di minorenni nomadi, tra gli 11 e i 16 anni, insegnando loro a derubare turisti e anziani nelle principali stazioni della metropolitana e ferroviarie. Gli obiettivi dei giovanissimi borseggiatori erano visitatori provenienti da Cina, Giappone, Corea e Sud America, in genere in possesso di più contanti e di costose macchine fotografiche. Ma nelle grinfie dei giovani ladri finivano anche gli anziani. A Milano i borseggiatori coordinati dalla 31enne agivano tra le stazioni della metropolitana di Duomo, San Babila e le stazioni ferroviarie di Centrale e Lambrate.

La 31enne a breve sarebbe uscita dal carcere, dopo aver scontato sei mesi per un singolo furto. Adesso però dovrà scontare una condanna ben più pesante: 11 anni, nove mesi e otto giorni di prigione per una serie di furti commessi tra il 2001 e il 2014. Il suo modus operandi era sempre lo stesso: dopo ogni breve condanna per singoli furti, infatti, la donna spariva in Francia o in Bosnia per 9 mesi. Poi tornava con un nuovo alias, riprendendo la propria attività. Il sostituto procuratore Blasco, assieme ai carabinieri, ha però raccolto tutte le pene accumulate dalla donna dal 2001, mettendo fine alla sua attività criminale.

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