Convegno omofobo in Regione, in platea anche ex parroco accusato di abusi
Non si placano le polemiche dopo il convegno di sabato in difesa della "famiglia naturale", organizzato dalla Regione Lombardia, e la relativa contromanifestazione organizzata dai "Sentinelli" di Milano. A esasperare ulteriormente il clima è stata la presenza, tra il pubblico del convegno, di don Mauro Inzoli. Inzoli, che in alcune foto si vede seduto in seconda fila proprio dietro il presidente della Regione Roberto Maroni e il suo predecessore Roberto Formigoni, è un prete accusato di abusi su minori e obbligato dal Vaticano – con lettera di Papa Francesco – a ritirarsi a vita privata.
Dopo le prime denunce sulla sua presenza arrivate dal senatore di Sel Franco Bordo e dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi, che guida il Comune dove Inzoli ha retto una parrocchia fino al 2010, la conferma della presenza dell'ex parroco è arrivata, tra qualche imbarazzo, dagli organizzatori del convegno. Nessuno tra di loro sembra capacitarsi di come Inzoli, sacerdote di spicco di Comunione e liberazione e soprannominato "Don Mercedes" per via dell'auto che utilizzava, abbia potuto partecipare al convegno, per il quale era necessario accreditarsi. "Ci han fatto uno scherzo da preti", ha detto al Corriere Luigi Amicone, fondatore di Tempi (rivista vicina a Cl), e moderatore dell'incontro. Pare però che l'ex sacerdote sia stato accreditato dalla segreteria del presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo, anch'egli seduto in prima fila con Maroni e Formigoni.
Maroni: "Se avessi saputo, l'avrei allontanato"
Il governatore della Lombardia, dopo aver appreso della presenza dell'ex sacerdote, a margine di un incontro ha dichiarato: "Era un convegno aperto al pubblico, non conoscevo questa persona: l’unico rammarico è che il cerimoniale non mi abbia informato altrimenti quella persona sarebbe stata allontanata perché non era opportuno che stesse lì". Nel merito dell'opportunità di organizzare il convegno Maroni non ha però mostrato ripensamenti.
Convegno omofobo, nuove polemiche
Il convegno di sabato scorso era già finito al centro delle polemiche per due questioni diverse, ma legate tra loro. In primo luogo la presenza, tra gli organizzatori, di associazioni oltranziste cattoliche come Obiettivo Chaire, che sul suo sito porta avanti l'idea dell'omosessualità come "malattia da curare". Da qui era sorto lo slogan usato dai "Sentinelli" di Milano, formazione laica che si batte per i diritti dei gay: "L'unica malattia è l'omofobia". Altre polemiche hanno invece investito l'Expo, il cui logo è rimasto fino all'ultimo sulle locandine dell'evento. Sebbene l'amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala abbia cercato di sfilare l'Esposizione dai contenuti del convegno, e anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia abbia chiesto al governatore Maroni un passo indietro in tal senso, il patrocinio di Expo al convegno non è stato formalmente ritirato.