Contratto a Trenord confermato senza gara, assessore Terzi: “No demagogia, non ci sono alternative”
"Non esistono in Italia soggetti sufficientemente strutturati in grado di subentrare a Trenord nella gestione di un servizio complesso come quello lombardo, nemmeno nell'ipotetico caso di una suddivisione in lotti". La Regione Lombardia ha avviato il percorso per il rinnovo fino al 2030 il contratto per il servizio ferroviario a Trenord con una procedura che non prevede una gara, ma l'affidamento diretto alla società controllata Palazzo Lombardia attraverso al partecipata Ferrovie Nord Milano, per un valore di circa 5 miliardi di euro. L'iter è partito con una delibera approvata oggi dalla giunta su proposta dell'assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi.
Trenord, avviato l'iter per affidare il servizio per altri dieci anni senza gara
La scelta di confermare senza gara il contratto a Trenord è legittima in base alle norme nazionali ed europee, ma non è piaciuta ai comitati dei pendolari, che in una nota hanno chiesto più trasparenza a fronte dei problemi e dei disservizi. L'assessore Terzi però non fa marcia indietro e risponde alle critiche, invitando a "evitare inutili demagogie" e affermando che "la gara per l'affidamento del servizio ferroviario non è né una panacea né un dogma e non è a priori una garanzia di maggiore qualità". Per l'esponente della giunta regionale "le gare pro forma non servono a nessuno" e "non è nemmeno certo che vi siano imprese ferroviarie estere concretamente interessate”.
L'assessore Terzi: Non esistono alternative, no a demagogie e gare pro forma
Terzi ha ricordato che "di fatto nessuna Regione ha svolto gare realmente contendibili" e questo perché "non esistono in Italia soggetti sufficientemente strutturati in grado di subentrare a Trenord nella gestione di un servizio complesso come quello lombardo, nemmeno nell'ipotetico caso di una suddivisione in lotti". Nemmeno Trenitalia potrebbe partecipare "in quanto strettamente legata a Trenord di cui possiede il 50 per cento".
Opposizioni in rivolta
Contrario alla delibera il Partito democratico lombardo, che in una nota dei consiglieri Fabio Pizzul e Matteo Piloni accusano la giunta di fare "il passo più lungo della gamb" e non rispettare "gli impegni presi dalla sua stessa maggioranza in una risoluzione votata dall’aula consiliare in cui si parlava della possibilità di rinnovare il contratto con Trenord per altri 6 anni e non certo per 10". Per il Movimento 5 Stelle "il vero problema non è la contrapposizione tra l’assegnazione diretta o il bando, ma l’assenza totale di controllo da parte di Regione Lombardia sulla società". Secondo il consigliere Nicola Di Marco, "il servizio offerto è penoso e Trenord continua a fare ciò che vuole, in assoluta autonomia, sottraendosi per giunta al controllo ispettivo del Consiglio regionale".