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Contagi nelle Rsa, i parenti degli anziani morti al Don Gnocchi di Milano chiedono i danni

Le famiglie degli anziani deceduti all’Istituto Palazzolo della Fondazione Don Gnocchi di Milano durante l’epidemia di coronavirus hanno inviato una richiesta di danni in sede civile denunciando protocolli operativi non adeguati e negligenze nella gestione, dopo la denuncia penale di alcuni lavoratori che ha portato all’apertura di un fascicolo per epidemia colposa e altri reati. La Fondazione ha sempre negato ogni responsabilità affermando di aver applicato le indicazioni dell’Oms e utilizzato le mascherine come previsto.
A cura di Simone Gorla
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I parenti di alcuni degli anziani morti con il coronavirus all'Istituto Palazzolo Don Gnocchi di Milano hanno inviato lettere per chiedere il risarcimento del danno in sede civile alla Fondazione finita al centro di una delle indagini della Procura di Milano sui contagi e i decessi nelle case di riposo. I documenti sono stati inviati tramite lo studio legale dell'avvocato Romolo Reboa, lo stesso che assiste i lavoratori della struttura che hanno presentato una denuncia per epidemia colposa e altri reati riferendo di presunte irregolarità nella gestione dell'emergenza che ha portato all'apertura del fascicolo.

Inchiesta sulle Rsa, i parenti dei deceduti al Don Gnocchi chiedono i danni

Nelle circa 20 pagine della richiesta le famiglie dei deceduti nella Rsa vengono enunciati i comportamenti della Fondazione che, secondo gli autori della lettera, non avrebbero rispettato le normativa a tutela della salute del degente e i protocolli previsti. "L’iniziativa è parallela e non si sovrappone a quella penale, in quanto è relativa alla responsabilità civile organizzativa della Fondazione Don Gnocchi e non ai singoli comportamenti delle persone sulle quali indaga la Procura e, dal punto di vista tecnico, è in un certo senso anche nell’interesse della controparte, dato che le permetterà di coinvolgere la propria compagnia assicuratrice", spiega l’avvocato Reboa.

La denuncia: protocolli operativi non adeguati a evitare infezioni

Nella richiesta di risarcimento dei danni si legge che i protocolli operativi della struttura "non erano adeguati a garantire la sicurezza dei degenti dal rischio di infezioni ospedaliere persino con riferimento alla situazione precedente la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria di cui al D.C.P.M. del 31 Gennaio 2020″ e in seguito "ulteriori provvedimenti" sarebbero stati presi "che aggravando la negligenza della gestione, ne confermano il nesso causale con l’epidemia che ha colpito oss, infermieri, medici e degenti ed ha provocato la morte di un numero incredibilmente elevato di questi ultimi". Infine una dimostrazione "dell’assenza strutturale di una corretta valutazione" del rischio emergerebbe "dall’apertura nella seconda settimana di marzo 2020 all’interno dell’Istituto Palazzolo di un reparto dedicato all’assistenza a bassa intensità dei pazienti Covid positivi".

La Fondazione Don Gnocchi nega ogni responsabilità: Applicate linee guida dell'Oms

La Fondazione Don Gnocchi per tramite dei suoi legali ha sempre negato ogni responsabilità sulla diffusione del contagio, ha affermato che sull'uso delle mascherine ha adottato provvedimenti operativi che hanno recepito i protocolli dell’Istituto Superiore della Sanità e dell’Oms, negando di aver mai impedito agli operatori sanitari l’utilizzo delle mascherine “per non spaventare l’utenza”.

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