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Confermato l’ergastolo per Giardiello: uccise tre persone all’interno del tribunale di Milano

I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato l’ergastolo per Claudio Giardiello, l’immobiliarista che la mattina del 9 aprile 2015 uccise tre persone all’interno del tribunale di Milano. Anche in primo grado il gup di Brescia, il 14 luglio 2016, aveva condannato l’imprenditore all’ergastolo. Il giudizio è stato confermato il 9 giugno dello scorso anno dai giudici della corte d’Appello.
A cura di Enrico Tata
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I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato l'ergastolo per Claudio Giardiello, l'immobiliarista che la mattina del 9 aprile 2015 uccise tre persone all'interno del tribunale di Milano. "C'è stata una chiara e volontaria attività omicida connotata da lucidità e freddezza", ha detto questa mattina nella sua requisitoria il procuratore generale della Cassazione Pina Casella. Giardiello, ha continuato il magistrato, "è il protagonista di una vicenda dolorosa che ha fatto grande scalpore perché le vittime erano inermi e indifese, convinte di essere al sicuro in un presidio di legalità perché si trovavano nel Palazzo di giustizia di Milano". L'immobiliarista uccise l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, il coimputato Giorgio Erba e il giudice Fernando Ciampi. Rimasero feriti anche Davide Limongelli e il commercialista Stefano Verna. Nel corso di un'udienza del processo per bancarotta in cui era imputato, Giardiello sparò all'interno dell'aula, poi scese al secondo piano del tribunale e uccise il giudice Ciampi nel suo ufficio con due colpi di pistola.

Per il procuratore Casella si tratta di "omicidi volontari, attuati con un proposito criminoso a lungo meditato, una attenta progettazione e il movente ha covato nella esacerbata visione complottista che è arrivata addirittura a vedere nel giudice Ciampi il ‘colpevole' dei suoi guai giudiziari ed economici". Giardiello "ha spietatamente ucciso tre persone facendosi giustizia da se' e affermando la sua distorta visione della giustizia, manifestando totale disprezzo per lo Stato e per la giustizia stessa". Anche in primo grado il gup di Brescia, il 14 luglio 2016, aveva condannato l'imprenditore all'ergastolo. Il giudizio è stato confermato il 9 giugno dello scorso anno dai giudici della corte d'Appello.

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