Condannata a 20 anni la moglie dell’architetto Molteni: è la mandante dell’omicidio del marito

Un altro tassello della vicenda legata all'omicidio di Alfio Molteni va ad incastrarsi nel mosaico ricostruito con pazienza da inquirenti e giudici. Con la condanna a 20 anni dell'ex moglie dell'architetto, Daniela Rho, la verità processuale (almeno per il primo grado) stabilisce che la donna, 48 anni, fu la mandante del delitto, avvenuto il 14 ottobre del 2015 sotto casa dell'architetto 58enne a Carugo, in provincia di Como. Al termine del processo con rito abbreviato (che le ha garantito lo sconto di un terzo della pena), il giudice per l'udienza preliminare di Como ha giudicato l'ex moglie dell'architetto colpevole di omicidio volontario. L'altro presunto mandante, almeno secondo l'accusa, è l'ex amante della donna, Alberto Brivio, che per l'azienda di mobili della famiglia lavorava come commercialista. Brivio, a differenza dell'ex amante, ha scelto la via del dibattimento ed è a processo davanti alla Corte d'Assise assieme a uno dei presunti esecutori materiali del delitto, Vincenzo Scovazzo. Per entrambi il pubblico ministero Pasquale Addesso ha chiesto l'ergastolo: la sentenza è attesa ad aprile.
Altri esecutori materiali del delitto erano già stati condannati
Altri due esecutori materiali del delitto, Luigi Rugolo e Michele Crisopulli, erano stati condannati lo scorso aprile con rito abbreviato rispettivamente a 19 anni e 18 anni e 8 mesi di reclusione. In quella circostanza era stato condannato a una pena più lieve anche Giuseppe Di Martino, che è però stato condannato una seconda volta assieme all'ex moglie dell'architetto: secondo il giudice era lui alla guida dell'auto che portò i killer all'abitazione dell'architetto, accusa che gli è valsa una condanna a 14 anni e 8 mesi. Già il numero delle persone condannate è sufficiente a capire quanto la vicenda dell'omicidio del professionista comasco sia complessa: un vero e proprio disegno criminale ordito dall'ex moglie dell'architetto, che voleva mettere in cattiva luce suo marito, dal quale si stava separando, per ottenere l'affidamento esclusivo delle due figlie della coppia. Daniela Rho aveva ammesso di aver commissionato alcuni atti intimidatori nei confronti dell'ex marito (un attentato incendiario all'auto e colpi di pistola sparati alle finestre della sua abitazione) al fine di screditarlo, ma ha sempre negato di averne commissionato il delitto. L'ultima intimidazione doveva essere una gambizzazione, ma uno dei proiettili recise un'arteria della gamba di Molteni, che morì dissanguato.