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Comune, rottura e minacce tra sindacati e Pisapia: “No a minacce sull’Expo”

Prosegue lo scontro frontale tra i lavoratori di Palazzo Marino e il sindaco Giuliano Pisapia. Dopo l’incontro di martedì 28 ottobre entrambe le parti escono deluse. I sindacati: “Pronti a sciopero degli straordinari e sciopero generale”. E qualcuno insinua: “Se faremo iniziative, aspetteremo Expo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Non solo corruzione, ‘ndrangheta e lavori in ritardo. A minacciare la buona riuscita di Expo 2015, adesso, sono anche i sindacati. In particolare, quelli a cui appartengono i lavoratori del Comune di Milano, ormai da tempo in guerra con il sindaco, Giuliano Pisapia. Un confronto acuitosi lo scorso 30 settembre dopo le parole pronunciate dal primo cittadine milanese a Ballarò – “Nel sindacato credo sempre meno, hanno difeso interessi corporativi” – e sfociato poi in un'assemblea pubblica dei lavoratori di Palazzo Marino per fare il punto sulle richieste al primo cittadino. Richieste che sono state riproposte dai lavoratori al sindaco anche nell'incontro di martedì 28 ottobre, al quale hanno partecipato 45 rappresentanti sindacali.

L'aria dopo la riunione, però, non sembra affatto essere cambiata. Anzi. Da una parte i sindacati, che dicono di essere rimasti delusi per le mancate risposte da parte del sindaco e tornano su quell'accusa di corporativismo che sembra bruciare parecchio: “Noi non abbiamo mai fatto battaglie corporative. C’è stata una mancanza assoluta di risposte sull’occupazione, le esternalizzazioni, i servizi soprattutto in vista di Expo. La strada della vertenza sarà lunga e prima di decidere le iniziative vogliamo coinvolgere i cittadini e informarli della situazione dei servizi. Speriamo di non dover arrivare allo sciopero, ma se ci costringeranno ci arriveremo. Prima potremmo passare dallo sciopero degli straordinari”, ha detto Tatiana Cazzaniga, rappresentante della funzione pubblica della Cgil. Dall'altra il sindaco, che ribatte: “Il primo a essere deluso sono io, non è stato un confronto ma un elenco di richieste, alcune di queste irrealizzabili a causa delle condizioni di bilancio in cui ci troviamo, che peraltro i sindacati conoscono benissimo, e da alcune norme di legge”. Poi, arriva la stoccata: “Non credo sia accettabile trasformare un evento fondamentale per l’Italia, come è Expo, in un’occasione per minacciare iniziative che finirebbero per danneggiare gravemente non solo Milano ma l’intero Paese”. Ed ecco il punto: alcuni rappresentanti sindacali hanno infatti minacciato di poter intraprendere iniziative di protesta proprio durante il semestre dell'Esposizione universale, a partire dal maggio del prossimo anno. E così, sull'Expo forse più martoriato della storia, inizia a pendere un'altra spada di Damocle.

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